Addio al declawing negli Stati Uniti?
L’America è famosa per numerose occorrenze, ma è tra le altre cose uno dei continenti in cui, per quanto riguarda gran parte del territorio, il declawing non è una pratica bandita dalla legge. Per chi non lo sapesse, il declawing è definito come la rimozione chirurgica della prima articolazione di ogni dito del gatto: impedisce sì all’unghia di ricrescere e garantisce mobili inamidati, ma oltre a essere estremamente dolorosa per l’animale è una castrazione della natura stessa del gatto. Chi se lo immagina un gatto che non si fa le unghie?
E’ evidentemente della stessa idea Linda Rosenthal, deputata statunitense che ha presentato al Senato un emendamento volto a rendere contro legge il declawing, a meno che non si tratti di un’operazione necessaria al benessere del gatto. Spalleggiano la signora Rosenthal sia la “Humane Society of New York” sia l’associazione californiana Paw Project, dedicata proprio a combattere la pratica del declawing in America.
Non c’è, a pensarci, proprio nessuna difesa a questa pratica barbara: sarebbe come se a noi venisse amputata la prima falange di ogni dito. E la motivazione a monte, quale il rendersi la vita un po’ più facile con un gatto in casa, indica un’assenza totale di rispetto per la natura di questo animale e una scarsissima disponibilità a educarlo, scegliendo invece di eliminare alla radice anche solo l’eventualità di poltrone graffiate.
Noi non possiamo che augurare a Linda Rosenthal il maggior successo possibile: del resto, già diverse città e lo stato della California hanno condannato ufficialmente il declawing. Perché il resto degli Stati Uniti non dovrebbe seguirne l’esempio?