I gatti terminali di Francesca, e perché meritano di essere adottati

Quando si parla di animali disabili, si sottolinea spesso come siano proprio loro i più difficili da fare adottare. Eppure, c’è una categoria ancora più sfortunata: i cani e i gatti terminali, quelli che, per determinati problemi di salute, sono destinati ad andare incontro alla morte in breve tempo. Non sono in molti a essere disposti ad adottare un gatto terminale. Ed è comprensibile, visto quanto sa essere doloroso il distacco. Eppure, anche loro, e in un certo senso soprattutto loro, meriterebbero una casa. I gatti terminali di Francesca hanno garantita, almeno, una fine serena.

Francesca, responsabile dell’associazione Casa Francesca di Asti, in Piemonte, onlus nata per prendersi cura di animali disabili e terminali, ha raccontato la sua esperienza in un’intervista al sito “Ohga.it”.

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I gatti terminali di Francesca

Peppone, gatto con problemi al tratto urinario. Fonte: https://www.facebook.com/Associazione-Casa-Francesca-777775595645428/

A vent’anni, Francesca ha cominciato a fare volontariato animalista. Tuttavia la sua missione è iniziata con Itomi, un cane di piccola da taglia che a suo tempo le ha rubato il cuore, nonostante tutte le sue problematiche. Questo primo passo ha portato, nel tempo, a una casa famiglia per animali terminali e alla fondazione della Onlus.

Alcuni cani e gatti, soprattutto quelli con disabilità motorie, sono adottati di tanto in tanto. Purtroppo non si può dire lo stesso di animali con problemi di salute più pesanti.

I gatti terminali di Francesca

Ciccio, micio con felv, grossi problemi neurologici e una vista quasi inesistente. Fonte: https://www.facebook.com/Associazione-Casa-Francesca-777775595645428/

Talvolta i gatti terminali di Francesca approdano alla casa famiglia da colonie, altre si tratta di abbandoni veri e propri.

Ogni nuovo arrivo, indistintamente, riceve le giuste cure perché possa vivere nel mondo più salutare e felice possibile i suoi ultimi giorni, o mesi che siano.

I gatti terminali di Francesca

Severus. Fonte: https://www.facebook.com/Associazione-Casa-Francesca-777775595645428/

Ci vuole coraggio, certo, e il cuore giusto per portare avanti una missione come quella di Francesca. Lei, da parte sua, risponde così.

Non bisognerebbe spaventarsi della malattia e della morte.

Possiamo dare una buona vita a un animale, offrendogli il meglio e accettandone la morte.

E si scherma di fronte a chi la guarda come fosse una specie di eroina.

Sono riuscita a migliorare la gestione dei sentimenti e dell’emotività. È stato necessario farsi un po’ di corazza. In verità non credo di fare qualcosa di speciale.

Non la vedo come una cosa strana. Non la vivo così.

Eppure, senza di lei, gran parte di questi animali forse morirebbe solo, tra atroci sofferenze.

L'immagine può contenere: gatto

Zuzi. Fonte: https://www.facebook.com/Associazione-Casa-Francesca-777775595645428/

Vorremmo trasmettere il messaggio di non avere paura. D’altronde quando si prende con sé un animale, si sa che prima o poi invecchierà e potrà sviluppare diverse patologie. La morte è un evento naturale: siamo noi a soffrire, l’animale vive in modo diverso la vecchiaia, la disabilità e la morte. Ho visto gatti con un tumore giocare fino ai loro ultimi giorni. Bisognerebbe entrare nella loro ottica e non patire il distacco.

Chi volesse sostenere l’operato di Casa Francesca, può farlo inviando un contributo. Tutte le informazioni sono reperibili sulla pagina Facebook.

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