Le vostre storie: il gatto Gino e l’amore infinito di Giulia

I gatti, nonostante gli stereotipi ci facciano credere diversamente, non sono tutti uguali. Ciascuno ha il proprio carattere, e in particolare alcuni di loro scelgono di concedere amore e confidenza a una sola, singola persona. E giungono a volte alla nostra porta esattamente quando c’è bisogno di loro. Il gatto Gino aveva individuato in Giulia la sua prescelta: questa è la loro storia.

Per la natura della narrazione, e le forti emozioni contenute, abbiamo questa volta preso la decisione di non rielaborare le parole di Giulia, lasciando pressoché intatto il suo racconto. Così, ora, cediamo il palcoscenico a lei.

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il gatto Gino

Foto fornita da Giulia.

Io mi chiamo Giulia. Il mio gatto Gino, che è morto due settimane fa, mi ha aiutata a sopravvivere in un momento di estremo dolore e averlo perso è stato come perdere tutto di nuovo. Mia madre è morta giovane, di morte violenta. Poi nel 2007, avevo solo 19 anni e in quell’anno ho rischiato di perdere anche mio padre. Mio padre si è ripreso, ma la mia rabbia e il mio dolore erano enormi in quel periodo.
Poi, tramite un annuncio sul giornale, ho adottato questo bellissimo gattino tigrato di circa tre mesi e mi è tornato il sorriso.
Abbiamo passato tredici anni sempre insieme, non ho mai fatto una vacanza per non abbandonarlo. Era un gatto particolare, molto pauroso e ostile con tutti, l’incubo dei veterinari. Voleva bene solo a me, era dolcissimo con me.

Qualche mese fa ho trovato davanti al mio garage una gattina denutrita e abbandonata e ho iniziato a occuparmi di lei. Non volevo turbare il mio gatto e quindi non la facevo salire in casa. Poi i miei vicini hanno tentato di ucciderla e l’ho portata a casa mia.
Il mio gatto però, più o meno nello stesso periodo, ha iniziato a cambiare. La veterinaria dice che si è ammalato per il trauma di avere portato a casa la gattina.
Io invece voglio credere che lui fosse già malato e la gattina sia arrivata più o meno nello stesso periodo per prendere il suo posto e non lasciarmi sola.

Lui era il mio migliore amico, la mia famiglia. Mi sento in colpa e non lo dimenticherò mai. Avrei voluto passare ancora molti anni insieme a lui. Avrei voluto fare scelte diverse e forse lui sarebbe ancora qui con me a darmi bacini e a distruggere i divani.

Come premesso nell’introduzione, i gatti sanno essere animali molto complessi, e probabilmente non sapremo mai cosa è successo realmente. Di certo, però, il gatto Gino sapeva molto bene, senza ombra di dubbio, di essere infinitamente amato, e non fa colpa a Giulia del suo grande cuore.

A lei, e alla sua micetta, auguriamo di poter costruire un legame meraviglioso, e riuscire un giorno a ricordare Gino con un sorriso. Lui, di certo, le osserva dal Ponte dell’Arcobaleno.