A Las Palmas c’è una statua dedicata a Lolita Pluma, la gattara della Gran Canaria

Chi ha visitato, per affari o per turismo, la città di Las Palmas, a Gran Canaria, avrà forse notato una statua un po’ particolare in via Luis Morote. Vi è raffigurata una vecchietta circondata da quattro gatti, ed è un omaggio a una signora realmente esistita. Questa che vi raccontiamo è la storia della gattara Lolita Pluma.

hh oldman, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

Lolita Pluma, nata a La Isleta nel 1904 e nota all’anagrafe come María Dolores Rivero Hernández, deve il suo cognome alla capacità di leggere e scrivere posseduta dalla sua famiglia e non comune nella città di nascita.

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La fama, però, l’ha trovata a Gran Canaria. Amava molto il parco di Santa Catalina: lì, vestita e truccata sul volto grinzoso in maniera stravagante, vendeva fiori di carta, gomme da masticare e cartoline. Vicino a lei c’erano sempre i gatti del parco, che lei nutriva ogni giorno e di cui si prendeva cura. Si era sposata, a suo tempo, ma il matrimonio non ha funzionato e perciò è stato troncato. Sembra avesse problemi psicologici e faticasse a prendere le redini della sua vita, ma per il suo parco e i suoi mici c’era sempre. Con i gatti della piazza parlava, a volte invece prendeva a male parole chi le parlava in modi che non le piacessero. Sia come sia, si era guadagnata l’affetto e il rispetto dei suoi cittadini.

Divenne famosa, tanto che la sua immagine di donna che dava da mangiare a un branco di gatti randagi ha guadagnato un posto sulle pagine dei giornali locali e stranieri. Un giornale inglese la soprannominò addirittura “Lady cats”. Molti turisti si sono divertiti a farsi una foto accanto a “Lolita Pluma”.

Per parlare di lei, vogliamo citare le parole di un internauta che l’ha conosciuta.

“Il mistero circondava la sua figura; una cifra che non poteva passare inosservata. Lolita Pluma ha rappresentato, senza che lei lo volesse, l’arte di strada, diventando esponente del surrealismo e del grottesco. Quando l’epoca richiedeva di vestirsi in modo ‘impeccabile’, lei vestiva in modo bizzarro e stravagante, con i capelli pieni di nastri colorati, il viso dipinto di tutti i colori, la bocca e le guance sempre di un rosso carminio acceso e gli occhi tracciato con lunghe strisce. Quando sorrideva, non mostrava un sorriso vivo e luminoso, ma piuttosto gengive rosee e senza denti. La sua decrepitezza e umanità erano le sue firme di identità in un’era franchista di censura e repressione. Lolita Pluma era un simbolo di libertà, della propria libertà. Era un misto di libertà, decadenza e umanità. Ha vissuto in un’epoca in cui era impossibile essere diversi. Ha infranto tutte le norme estetiche e ha mostrato con orgoglio le sue molteplici rughe disegnate dal dolore e dalla tristezza.”

Simbolo di libertà come lo sono i gatti, ci verrebbe da commentare.

Non a caso, recita la targhetta a corredo della sua statua: “simbolo di libertà, musa ispiratrice del turismo e degli artisti, protettrice degli animali. Fu sepolta nel cimitero di San Lázaro de Las Palmas. La sua tomba (nicchia tombale 5420) è dotata di una targa sepolcrale del Comune di Las Palmas.”.

Lolita Pluma è morta nel 1987, ma è tutto tranne che dimenticata: nel 2018 il Collegio dei Veterinari di Las Palmas ha istituito il Premio Lolita Pluma dedicato alle persone e i gruppi della provincia che si occupano del benessere degli animali.

Questa è la storia della gattara Lolita Pluma. Vogliamo chiuderla con questo tributo a lei dedicato, in cui si possono ammirare alcune clip della nostra gattara.

Amante protettiva

Di quindici o venti gatti

Scatola di cartone

Con gomma da masticare e ritratti

E quella supplica allegra

Qual è la tua conversazione?

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