Bolsonaro ha inasprito le pene per il maltrattamento di animali domestici
Esistono, certo, celebrità gattofile e persino personalità impegnate nella lotta a favore del benessere animale; non è però, purtroppo, il caso di tutti i volti noti. In particolare, considerato lo scempio di cui è vittima la foresta amazzonica e con essa gli animali che l’ecosistema ospita, il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro non è noto per la sensibilità in questo ambito. Proprio lui, però, ha preso una decisione inattesa: Bolsonaro ha inasprito le pene per il maltrattamento di animali domestici.
La firma al disegno di legge è avvenuta il 30 settembre 2020, in presenza di un testimone d’eccezione: Nestor, il cane di Bolsonaro, che in un certo senso ha firmato fianco a fianco del suo padrone.
Con questo disegno di legge, Bolsonaro ha inasprito le pene per il maltrattamento di animali domestici agendo sui tempi di detenzione e includendo misure preventive a tutela di eventuali successive adozioni.
Nello specifico, laddove in precedenza il maltrattamento di animali veniva punito con una multa e con la reclusione dai tre ai dodici mesi, ora chi si macchia di questo reato rischia la detenzione dai due ai cinque anni, oltre alla sanzione pecuniaria già menzionata. Inoltre, a chi è riconosciuto colpevole è vietato adottare altri animali.
Alla cerimonia, oltre a Nestor, erano presenti anche altri animali, incluso un pitbull vittima di un abuso a colpi di machete in una città del Sud-Est.
Rimane comunque, da molte parti, un certo scetticismo verso Jair Bolsonaro. In primis perché la variazione legislativa riguarda solo gli animali domestici, non tutelando affatto le altre forme di vita a quattro zampe, o dotate di becco; e secondariamente, non mancano le accuse di strumentalizzazione della “questione animale”, che non sarebbe, secondo questa interpretazione, che una strategia per migliorare l’immagine del Presidente.
E voi, cosa ne pensate?