Carcinoma squamoso nel gatto: una nuova speranza arriva dalla facoltà di Veterinaria della Federico II di Napoli

Lady Meow

16 Giugno 2025

federico II napoli carcinoma squamoso gatto

Il carcinoma squamoso è uno dei tumori più comuni e temuti nei gatti, soprattutto quando colpisce la cavità orale, il naso o le orecchie. Si manifesta spesso con lesioni ulcerative, difficoltà a mangiare, salivazione abbondante e dimagrimento rapido. È particolarmente diffuso nei gatti con pelo chiaro, poiché più sensibili ai raggi UV, soprattutto in contesti di esposizione solare prolungata.

Il problema principale di questo tumore è la diagnosi tardiva: quando emergono i primi sintomi evidenti, spesso è già in stadio avanzato. Le opzioni terapeutiche classiche (chirurgia, radioterapia, chemioterapia) hanno risultati limitati, e la sopravvivenza mediana si aggira intorno ai 2–4 mesi nel caso delle forme orali. Per questo, la ricerca di nuove cure è urgente e fondamentale.

federico II napoli carcinoma squamoso gatto

banner

Una speranza dall’Università Federico II di Napoli

Sta facendo il giro del web la notizia che riguarda lo studio condotto da Gennaro Altamura e Gianmaria Borzacchiello, ricercatori del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli. I due studiosi hanno testato in laboratorio l’anticorpo monoclonale Cetuximab, già in uso nella medicina umana contro alcuni tumori.

Si tratta di uno studio preclinico, condotto esclusivamente su cellule tumorali feline in vitro. Non è stata ancora effettuata alcuna sperimentazione su gatti vivi, né si può parlare di cura disponibile, ma per ora si può dire che i  risultati sono promettenti. Il Cetuximab ha inibito la crescita delle cellule tumorali e ne ha indotto la morte. Tuttavia, siamo ancora nelle fasi iniziali della ricerca, e occorreranno test, trial clinici, validazioni, e un lungo iter di approvazione prima che si possa parlare di terapia concreta.

Le altre strade della ricerca: radioterapia, farmaci mirati e vaccini sperimentali

Il Cetuximab non è l’unica via in fase di studio e analisi. L’oncologia veterinaria sta esplorando diverse opzioni:

  • Radioterapia associata a chemioterapia: è già utilizzata in alcune cliniche specializzate. Uno studio ha mostrato una sopravvivenza mediana di circa 164 giorni in gatti trattati con radioterapia accelerata. In alcuni casi, l’aggiunta del farmaco toceranib ha prolungato la stabilità del tumore.

  • Toceranib: un inibitore tirosin-chinasico approvato per l’uso veterinario, ha mostrato in alcuni studi una buona tollerabilità e un aumento del tempo di sopravvivenza in gatti con carcinoma squamoso, se usato in combinazione con antinfiammatori non steroidei.

  • Crioterapia e plesioterapia: utili soprattutto in casi localizzati e superficiali (come alle orecchie), possono offrire remissioni lunghe, ma sono adatte solo a casi selezionati.

  • Vaccini RNA personalizzati (ancora sperimentali): negli Stati Uniti, alcuni istituti stanno testando vaccini a RNA su misura contro cellule tumorali feline, ma si tratta ancora di trial clinici in fase iniziale.

La scienza ci sta offrendo nuove strade, e ogni passo è prezioso. Tuttavia, alcune terapie sono ancora in fase sperimentale e richiedono tempo prima di diventare accessibili. Al momento, non esiste una cura definitiva per il carcinoma squamoso nel gatto. Le terapie attualmente disponibili mirano a:

  • Ridurre il dolore

  • Migliorare la qualità della vita

  • Estendere il più possibile la sopravvivenza

I risultati dello studio napoletano sul Cetuximab rappresentano una base di partenza, non un trattamento pronto all’uso. Serviranno tempo, fondi, approvazioni e ulteriori studi prima di pensare a una reale applicazione clinica.

La diagnosi precoce resta l’arma più efficace

In attesa che la ricerca faccia il suo corso, il consiglio più importante per ogni compagno umano è: osservare con attenzione il proprio gatto, specialmente se ha il pelo bianco o trascorre molto tempo al sole. Ulcere, gonfiori, sanguinamenti dalla bocca o dal naso devono spingere a una visita veterinaria urgente. La diagnosi precoce, infatti, può fare la differenza nella scelta delle opzioni terapeutiche e nella durata della vita del gatto.