Come procede la legge contro gli animali domestici in Iran? Qualche aggiornamento e un punto di vista
Qualche lettore forse ricorda l’articolo, il cui contenuto non esitiamo a definire agghiacciante, in cui vi abbiamo raccontato dei provvedimenti legislativi in Iran a sfavore dei nostri amati quattrozampe. Noi abbiamo voluto aggiornarci, per capire come procede la legge contro gli animali in Iran, e i risultati sono quelli che seguono. Vogliamo anticiparvelo subito per onestà, le novità non sono incoraggianti.
La prima, triste novità è che la polizia sempre più spesso sequestra gli animali, in particolare i cani, portati a passeggio o comunque esposti in strada, e li rinchiude in canili provvisori in cui ricevono pochissime cure e altrettanto cibo.
La seconda, purtroppo, rischia ancor più di dividere i quattrozampe dai loro umani: pare che si stia decidendo di subordinare il diritto di possesso, trasporto, importazione, acquisto e vendita di un animale domestico, un permesso concesso tramite un pagamento di circa 800 euro. Ma anche così, l’animale dovrebbe restare confinato in ambiente privato. Una clausola intollerabile per i cani, in particolare. Non solo, alla confisca dei cani potrebbe seguire la consegna a uno zoo o l’abbandono nel deserto, mentre si discute di pene corporali come frustate per chi violerà la legge.
Sono, in effetti, i cani gli animali più colpiti da questa novità. Ciò, ufficialmente, perché secondo la tradizione islamica il cane è ritualmente impuro, e adatto agli usi da lavoro e protezione, piuttosto che da compagnia. Non a caso, di questo animale Maometto stesso diceva “Chi tiene un cane in casa, le sue buone azioni diminuiranno ogni giorno di un qeeraat, a meno che non sia un cane da caccia o protezione”. Poco importa che l’Islam come dottrina insegni essere misericordiosi verso tutte le creature, o che storicamente la cosiddetta impurità del cane derivi da un tempo di epidemie in cui i randagi mangiavano le carcasse.
Ora, persino chi si accompagna ai cani è considerato impuro. Un bel cambiamento rispetto ai tempi in cui regnava lo Scià Mohammad Reza Pahlavi, noto cinofilo, e alla legge a tutela degli animali del 1948.
Secondo un articolo pubblicato da “La Stampa.it.”, l’accanimento verso gli animali deriva da un fastidio verso l’occidentalizzazione, acuito dalle sanzioni imposte dall’Occidente all’Iran per la violazione degli accordi sul nucleare. In risposta, l’Iran ha vietato l’import di cibo per animali, mettendo in difficoltà la popolazione considerando che le scatolette locali per cani e gatti sono di qualità scadente e contengono spesso cibo avariato.
E invece, per quanto riguarda i gatti, come procede la legge contro gli animali in Iran?
Da quanto trapela, pare che a soffrirne saranno soprattutto i Persiani, in quanto questa razza felina sarà estromessa proprio dal paese dove si è sviluppata. Non sappiamo perché, se sia un tentativo di sradicare le radici del passato lasciando spazio al solo governo islamico, o se dietro ci siano altre motivazioni.
Noi teniamo monitorato l’andamento della questione, e quando ne sapremo di più vi aggiorneremo.