Come un gatto protesse Gesù: una bellissima leggenda
È oramai cosa nota, tra i gattofili più credenti e quelli semplicemente più curiosi, che la “emme” sulla fronte dei gatti tigrati, stando a una leggenda, è opera della carezza con cui la Vergine Maria ha benedetto il micio che, con tanto affetto, si è occupato di tenere Gesù al caldo nella stalla. Ma vi siete mai chiesti come quel micio abbia incontrato la Sacra Famiglia? In realtà, ha fatto molto più di tenere al caldo il bambino. Ecco come un gatto protesse Gesù, secondo la stupenda storia di Mary Rhudy.
Narra una leggenda che, nella stalla dove Giuseppe ed una Maria ormai vicinissima al parto trovarono rifugio per notte, alloggiasse già da tempo un gatto. Era un gatto dalla natura combattiva, un eccellente cacciatore di topi che non amava la compagnia delle persone. Quando il locandiere, proprietario della stalla, si offrì di scacciarlo a loro beneficio, Maria lo pregò di non mandarlo al freddo, di lasciarlo restare.
Il gattone tigrato assistette al parto, guardò la famiglia prendersi cura del nuovo nato con premura, e sebbene non si fidasse degli umani il suo istinto gli diceva che Giuseppe e Maria erano diversi, gentili. Iniziò ad avvicinarsi, piano piano, poco alla volta, annusando l’odore di madre, padre e bambino. Inizialmente Giuseppe lo guardò con una certa apprensione; ma quando Maria gli porse la mano, lui ne accettò l’amicizia, e decise che quel cucciolo d’uomo aveva bisogno di lui per restare al caldo. Così, si acciambellò vicino a Gesù.
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Nel tempo che seguì protesse con fierezza la famiglia dai topi e dai serpenti. In un’occasione, perfino, stando a una collezione di leggende, pare che affrontò e sconfisse Satana stesso, presentatosi in forma di serpente per porre fine alla vita di Gesù.
La lealtà del micio verso la Sacra Famiglia crebbe tanto che la notte in cui i soldati di Erode entrarono a Betlemme per uccidere il cucciolo d’uomo, il gatto protesse Gesù: rimase indietro a coprire la fuga dei tre umani, e assieme a un nutrito gruppo di gatti di strada diede tanto filo da torcere ai suoi nemici che, alla fine, fu loro impossibile raggiungere la famiglia.
Solo allora, ferito e sofferente, il micio tigrato si incamminò per raggiungere la famiglia che si era scelto. Maria e Giuseppe lo accolsero con gioia, lavando le sue ferite; e il piccolo Gesù lo guarì con una carezza. Maria, grata e commossa di ciò che il micio aveva fatto per loro, lo battezzò Michele, perché proprio come l’omonimo Arcangelo quel felino fedele aveva combattuto Satana in forma di drago-serpente.
Ecco come un gatto protesse Gesù, non solo dal gelo, ma anche da Erode e persino da Satana stesso. Una storia bellissima, che sfida anche i detrattori dei gatti a restare indifferenti.