Cosa hanno ereditato i nostri gatti dai loro parenti selvatici?
Il gatto domestico, scientificamente noto come Felis silvestris catus, viene spesso scherzosamente definito “tigre domestica”. Un paragone scherzoso, che però non è poi tanto lontano dalla verità: le nostre tigri da appartamento, infatti, condividono con la maestosa Panthera tigris Linnaeus più del 90% dei geni. Viene dunque spontaneo chiedersi cosa hanno ereditato i nostri gatti dai loro parenti selvatici, nello specifico. Sull’argomento si potrebbe scrivere un trattato, ma per amor della semplificazione ci limiteremo a un elenco di quattro punti.
Il “salto in alto”
Tutti noi, almeno una volta, abbiamo visto il nostro gatto balzare in alto, con tutte e quattro le zampe in aria, per acchiappare la mosca di turno o l’insetto infiltratosi in casa nostra.
Ebbene, il nostro felino ha in comune questa capacità soprattutto con il Caracal, felino della sottofamiglia dei Felinae che calca le terre di Africa e Asia.
Il Caracal, quando è a caccia di volatili, prima ne percepisce la locazione con il suo fine udito… poi, senza disturbarsi ad arrampicarsi, salta in alto, verticalmente, raggiungendo anche i tre metri di altezza.
Il nostro felino domestico si limita a salti di un metro… ma è indubbio che nel suo DNA sia rimasto qualcosa del Caracal!
La velocità
Veder correre un gatto all’impazzata non è mai un buon segno. Significa, come minimo, che qualcosa lo ha spaventato a morte; e, nel peggiore dei casi, quel qualcosa può essere realmente pericoloso.
Se, però, ci si soffermasse a osservarne lo scatto, sarebbe impossibile non notare la falcata veloce del gatto. Un tratto che condivide nientemeno che con il ghepardo.
Un ghepardo, scattando per agguantare la sua preda, può raggiungere anche i 113 km orari.
Il nostro Felis silvestris catus si limita a 48 km orari. Non potrà mai essere all’altezza del suo cugino selvaggio, ma si difende bene! Dopotutto, entrambi posseggono muscoli lunghi e una spina dorsale flessibile.
La capacità di arrampicarsi… e mimetizzarsi
Il gatto rimasto intrappolato su un albero, che necessita dell’intervento dei pompieri, è ormai un vero e proprio topos. Come è possibile che la nostra tigre domestica, così brava a inerpicarsi, non sia poi in grado di scendere da sola?
La ragione è semplice: non ha le anche del leopardo nebuloso, altresì detto
Neofelis nebulosa.
Un maestro nell’arrampicarsi e passare di ramo in ramo, il leopardo nebuloso possiede anche facilmente ruotabili, che gli permettono di rivolgersi muso in giù verso il terreno e scendere da un tronco con facilità.
Il leopardo nebuloso è anche un maestro di mimetismo e camouflage. In questo modo, può sorprendere meglio la sua preda.
Una capacità che non manca affatto al gatto domestico. Pare che ogni tipologia di manto “funzioni” al meglio in aree specifiche: per esempio, un manto dal colore chiaro e uniforme è più adatto di altri alla caccia in un prato, mentre un manto a chiazze si esprime con perfezione in boschetti e aree forestali, con preferenza di alba e tramonto come tempi del giorno.
Questo, come accennato, è solo un breve elenco esemplificativo di cosa hanno ereditato i nostri gatti dai loro parenti selvatici. Elenco da noi messo insieme grazie alla visione del documentario “The Story of Cats”, di cui consigliamo caldamente la visione.
Vale la pena chiedersi: cosa hanno ereditato i nostri gatti dai loro parenti selvatici non citati in questa sede? Le risposte potrebbero sorprenderci.