Cresce l’emergenza nascite di randagi in Italia: volontari e associazioni chiedono aiuto
L’estate è una bellissima stagione, carica di sogni come di meritate vacanze e caratterizzata da un clima che permette gite e escursioni. Purtroppo, come ben sa chi si occupa di volontariato, è anche il periodo dell’anno in cui si verifica un boom nella nascita di gattini randagi, esposti dalla nascita ai pericoli della strada. Questo 2023 si sta rivelando particolarmente inclemente in questo senso: cresce l’emergenza nascite di randagi in Italia, e per questo volontari e associazioni chiedono aiuto a istituzioni e cittadini.
Potremmo citare innumerevoli gridi d’aiuto, ma scegliamo per questa occasione le parole, per iniziare, di una delle numerose sezioni Enpa.
“Negli ultimi 10 giorni abbiamo avuto 20 ingressi, tra aprile e ottobre ogni anno arriviamo a circa 30-40 gatti al mese”, racconta la volontaria Letizia. E sottolinea, in particolare, come diventi problematico prendersi cura dei micetti rimasti senza madre. “Ogni tre ore tocca dare il latte ai più piccoli, me li porto al lavoro così come un’altra volontaria d’altronde non abbiamo altre soluzioni. Sono 9 gattini e ce li siamo divisi”.
Anche la “Sos Randagi Carrara ODV” sta affrontando la stessa sfida. In questa zona, peggio ancora forse: l’Asl dal 2021 ha abbandonato le sterilizzazioni, e il Comune non agisce in modo concreto affinché riprendano. Racconta Giovanna Scordo di Sos Randagi: “Ci sono gattini ovunque, non sappiamo più come fare, ogni giorno i cittadini ci chiamano per andare a recuperare intere cucciolate di gatti, che altrimenti morirebbero. A dicembre abbiamo scritto al Comune per avere un contributo sulle sterilizzazioni specificando che sarebbero state tutte rendicontate con ricevuta, ma ad oggi ci è stato negato”.
E allo stesso modo, manca anche una convenzione con qualche veterinario privato. Il che, poiché questo tipo di operazione ha un costo non indifferente se da effettuarsi su numerose femmine, sta creando problemi anche all’approvvigionamento del cibo.
Va tenuto in considerazione anche il Decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1979, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 2 giugno 1979 n.150, il cui articolo 3 recita: “E’ attribuita ai comuni, singoli o associati ed alle comunità montane, ai sensi degli articoli 27, primo comma, lettera a), e 18 del DPR 24 luglio 1977 n.616, la funzione esercitata dall’Ente nazionale protezione animali, di vigilanza sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e locali, relativi alla protezione degli animali ed alla difesa del patrimonio zootecnico“.
Cresce l’emergenza nascite di randagi in Italia, quindi, e la domanda è: noi comuni cittadini possiamo essere d’aiuto?
La risposta è affermativa. Lasciando da parte la possibilità di un contributo alle associazioni locali, possiamo offrirci ad esempio per ospitare una cucciolata, se abbiamo spazio e tempo. Generalmente in questi casi forniscono le volontarie il cibo necessario. Soprattutto, se abbiamo a casa un animale non sterilizzato, effettuando la castrazione/sterilizzazione contribuiremo a non mettere al mondo altri cuccioli, che avranno anch’essi bisogno di una casa.
Non solo, faremo del bene anche al nostro amico peloso stesso, in quanto i gatti dopo l’operazione vivono più a lungo, meglio e senza malattie sessualmente trasmissibili.