Denunciati tre membri dell’Associazione Dagli Stalli Alle Stelle
Lo ha scritto a chiare lettere il Ministero della Salute: tra le attività permesse in questo periodo di isolamento è compresa la cura delle colonie feline. Eppure, questo non ha fermato alcuni membri delle forze dell’ordine di Reggio Calabria un po’ troppo zelanti, o forse un po’ troppo sospettosi di una frode. Recentemente, infatti, sono stati denunciati tre membri dell’Associazione Dagli Stalli Alle Stelle, dedita alla tutela dei gatti di strada.
Il sito web Reggiotv.it, con coraggio, ha pubblicato la lettera scritta dalle tre volontarie interessate che narra l’accaduto. Noi, a nostra volta, vi diamo volentieri diffusione.
Buonasera,
siamo Amelia Aguglia, Rita Alparone e Daniela Agricole, rispettivamente Presidente, vicepresidente e volontaria dell’ Associazione Dagli Stalli Alle Stelle ( associazione animalista per la tutela dei gatti di strada).
Oggi, 23/03/2020 a seguito di una segnalazione dell’ennesima colonia felina abbandonata da giorni ( emergenza coronavirus), ci siamo recate sul posto a bordo di mezzi diversi e rispettando quelle che sono le misure del DPCM, quindi provviste di mascherine, guanti, autocertificazione, Decreto Ministeriale, documenti e statuto dell’associazione e tesserino di riconoscimento delle Guardie zoofile.
Quella descritta è una prassi ormai ben nota a chi si occupa di volontariato animalista. E per la precisione, il decreto citato specifica che “gli spostamenti relativi alla cura degli animali di affezione rientrano nell’ambito della deroga relativa ai motivi di salute, in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale”. Nonostante questo, sono stati denunciati tre membri dell’Associazione Dagli Stalli Alle Stelle.
Il resoconto prosegue con dettagli su luogo, orario e persino numero di pattuglia degli agenti, dettagliando il comportamento assunto in questa occasione dalle forze di Polizia.
Arrivati sul posto, viale Zerbi, altezza via Roma – Pineta in via Marina, alle 17.30, veniamo fermate da due agenti della Polizia Locale a bordo della pattuglia n°15 che immediatamente, senza voler in nessun modo visionare la documentazione in nostro possesso, hanno da subito provveduto a stilare denuncia secondo il decreto Regionale.
Dopo vari tentativi di far visionare la documentazione in nostro possesso i sue agenti si sono messi in contatto con il comando della polizia locale ma, a nostra grande sorpresa, la direttiva datagli agli agenti è stata quella di proseguire alla denuncia delle 3 donne.
Abbiamo cercato in tutte le maniere “civili” di farli ragionare per ben 2 ore sotto la pioggia, leggendogli dettagliatamente il decreto del Ministero della Salute, specificatamente nel paragrafo che prevede la continuità di accudimento e gestione delle colonie feline sul territorio secondo il decreto 281/91.
All’esposizione del decreto, gli agenti avrebbero affermato che riguardava solo gli “animali domestici”, insinuando inoltre che i loro documenti avrebbero potuto essere contraffatti e falsi, usati come scusa per una scampagnata.
Gli agenti quasi sbeffeggiando il nostro ruolo, esclamavano affermazioni come il fatto il Decreto ministeriale aveva valore soltanto per gli animali domestici e che i documenti dell’associazione, senza nemmeno averli presi in consegna, erano senza valore in quanto potevano essere contraffatti costituendo una associazione solo per lo scopo di andare in giro per la città, non tenendo conto nemmeno della costituzione della nostra associazione datata a febbraio di quest’anno, quando il coronavirus in Italia ancora non era stato rilevato.
La parte finale della lettera riguarda le conseguenze che patiranno i gatti: denunciati tre membri dell’Associazione Dagli Stalli Alle Stelle, che ora si trovano in quarantena forzata per effetto della denuncia stessa, sarà molto difficile per le colonie ricevere cibo e cure in modo regolare.
Non capiamo come noi volontari possiamo essere denunciati e trattati da malviventi, da trasgressori della legge nonostante la legge preveda il nostro operato. La cosa più triste è che questa denuncia implicherà problemi ai randagi più che a noi persone, in quanto la denuncia prevede che dopo la stessa il denunciato sarà obbligato, secondo il decreto regionale, a dover fare la quarantena forzata di 15 giorni senza poter più uscire di casa nemmeno per provvedere ai beni di prima necessità, ma soprattutto lasceranno morire di fame quelle colonie che prima di questa emergenza venivano regolarmente accudite. Per non parlare che una di noi ha espresso la preoccupazione che dopo la denuncia non avrebbe potuto effettuare controlli, esami e terapia presso il Morelli, in quanto affetta da artrite reumatoide senza che gli agenti dimostrassero alcun interesse al problema espostogli. Questa settimana sarei dovuta recarmi ad effettuare i prelievi e gli esami di routine che avrebbero permesso il ritiro del farmaco senza il quale mi diventa difficoltoso anche gli spostamenti da stanza in stanza.
Siamo state trattate come delinquenti, come persone stupide che non pensavano ad altro che uscire di casa. Consegnataci la denuncia, ci siamo rifiutate di firmare in quanto nella denuncia veniva riportata che la stessa era fatta in quanto eravamo sprovviste di documentazione accertante e questo era falso. Questo è un abuso di potere, oltre che una non conoscenza delle norme in vigore in Italia, ma anche un maltrattamento animale in quanto non abbiamo potuto mettere del cibo e dell’acqua ma soprattutto il maltrattamento con il quale noi dovremo convivere in angoscia è quello di non poter più da qui a 15 giorni, accudire tutti i randagi che fino ad oggi sono riusciti a sopravvivere anche grazie a questi nostri continui interventi.
Rimaniamo amareggiate non tanto per noi che siamo state schernite e sbeffeggiate dagli agenti ma quanto per non riuscire da domani a dar da mangiare a chi a voce non può chiederlo.
Alla luce di questi momenti bui, dove non finiamo di ringraziare chi tutela e vigila le strade e le nostre vite, abbiamo bisogno oggi più che mai, di uomini tra gli uomini non di un corpo che si presenta come al di sopra delle leggi ed al buon vivere che fanno parte di questa nazione. L’appello che facciamo è quello che intervengano da subito gli organi preposti e che facciano luce su quello che è a tutti gli effetti una linea guida del governo che non può e non deve essere ad interpretazione personale, la vita è sacra e non vi è nulla da interpretare se non la reale importanza della vita stessa in ogni forma e razza.
Provvederemo da subito ad intraprendere con tutte i mezzi alla risoluzione legale di questo abuso con e per mezzo di tutti gli strumenti che la legge Italiana prevede. Speriamo che questa nostra denuncia pubblica possa smuovere le coscienze di chi ad oggi, di fatto, ci ha impedito e ci impedisce di sfamare ed accudire i randagi di questa città.