Dopo 2 anni in rifugio, una gatta affetta da iperestesia felina è stata adottata da una donna epilettica
Non tutte le adozioni sono facili, come ben sanno i volontari e le volontarie. Alcune, in realtà, sembrano davvero impossibili e alcuni animali muoiono tristemente, soli e in gabbia da anni e anni. Più il gatto è anziano e malato, chiaramente, meno è probabile che trovi una famiglia. Talvolta, però, la vita combina l’incontro perfetto: a New York, una gatta affetta da iperestesia felina è stata adottata da una donna epilettica.
Questa bellezza felina si chiama Annie, ed è approdata al rifugio della Spca nella Contea di Dutchess, New York, nel giugno 2021; la persona che l’aveva scelta era affetta da demenza e non era più in grado di prendersi cura di lei.
Annie è adulta e nera, due condizioni che già di per sé scoraggiano l’adozione. Quando però il personale ha scoperto che era anche affetta da iperestesia felina, qualcuno deve averla ormai vista condannata a una permanenza in rifugio a vita. Del resto, visivamente questa patologia può impressionare i più sensibili: si tratta di un disturbo che causa un’eccessiva sensibilità della pelle del gatto, che lo porta a mordersi, grattarsi e leccarsi in maniera compulsiva, quasi autolesionista.
Può presentarsi inoltre un incontrollato movimento ondulatorio della pelle della schiena, e la malattia può portare gli esemplari affetti anche a scappare senza un apparente motivo e in maniera scoordinata, emettere vocalizzi di alto volume e nei casi più gravi aggredire oggetti o persone. L’iperestesia felina è curabile, o almeno può essere resa quasi inoffensiva per il gatto, ma non è strano che una situazione del genere scoraggi numerosi adottanti.
Non è stato così, per fortuna, nel caso di Renee, una donna malata di epilessia che non si è fatta spaventare e ha scelto proprio Annie. Ora il suo nome è Tapenade, e si sta dimostrando curiosa e tranquilla, una gattina come tante una volta superata la sua iniziale timidezza.
Una gatta affetta da iperestesia felina è stata adottata da una donna epilettica, e a pensarci non è così strano: una condizione simile crea facilmente empatia, e Renee sapendo bene cosa significhi non essere interamente in controllo del proprio corpo può comprendere meglio di altri le esigenze di Renee/Tapenade. Noi non possiamo che augurare loro una lunga vita insieme!