Ernesto, il gatto di San Salvario (Torino)
Non molto tempo fa abbiamo dedicato un articolo alle situazioni di tensione tra condomini originate dalla presenza di un animale, esaminando la legislazione vigente. Per fortuna, però, non tutte le storie di convivenza tra residenti e un gatto finiscono in un’aula di tribunale! Una storia a lieto fine è quella, ad esempio, del micio Ernesto. L’abbiamo scovata su La Stampa, e ve la raccontiamo.
Siamo a Torino, nel quartiere di San Salvario. Esisteva nel quartiere, nel 2012, un vecchio palazzo abbandonato, occupato da un solo abitante: il gatto Ernesto. Una presenza conosciuta e amata da chi vive, e viveva, in quell’area di Torino, tanto da diventare micio adottato in comune.
E poi, cominciarono i lavori di ristrutturazione del palazzo. Ma lui non si è arreso. Pur nel caos di uomini, mezzi e trasporto materiali non ha rinunciato alla sua casa, ha sempre trovato un angolino per sé. Nondimeno, i lavori sono proseguiti e quando la residenza temporanea San Salvario è stata inaugurata sembrava davvero che per Ernesto non ci fosse più posto. Era persino stato apposto un cartello che diffidava dallo “sporcare il luogo con cibo avanzato”.
Letteralmente, il cartello recitava:
Si prega cortesemente: di non lasciare sul muretto avanzi di cibo per il gatto Ernesto. Chi porta vaschette e croccantini è pregato di riportare a casa il cibo avanzato, al fine di evitare che gli altri animali sporchino il muretto durante il giorno. Tenere questo posto pulito da scarti di cibo di varia natura ed escrementi vari non può che giovare al gatto, che non dovrà subire persecuzioni a causa della disattenzione e noncuranza di tutti noi. Grazie!!!
Non una proibizione a nutrirlo, certo, ma da quelle parole scaturiva certamente una certa irritazione all’idea di vedere il posto sporcato da avanzi, sebbene la si motivasse al fine di “non far subire persecuzioni al gatto”.
I residenti del quartiere San Salvario, però, non si sono arresi. Volevano di più, e di meglio, per gatto Ernesto: e così si sono fatti portavoce del suo desiderio di restare nell’area che aveva eletto da anni come sua casa. Hanno combattuto per lui e hanno vinto.
Le associazioni che gestiscono la residenza temporanea di San Salvario alla fine hanno ceduto, e ora Ernesto non solo può continuare ad aggirarsi per l’area della residenza ed essere regolarmente nutrito, ma ha persino una cuccia tutta per sé. Con tanto di targhetta col suo nome.
Non si può non gioire, di fronte a un epilogo simile. La storia di Ernesto è la dimostrazione che non tutta l’umanità è malvagia o insensibile, e che forse per noi e gli animali c’è ancora speranza.