Fano e la soffitta degli orrori: 19 gatti sporchi e malnutriti
In lingue inglese si chiama “hoarding”, ma questo fenomeno esiste in tutte le società, anglosassoni e no. Parliamo di quelle situazioni disastrose in cui una o più persone, partendo a volte da intenzioni assolutamente nobili, cominciano ad accogliere in casa numerosi animali, ma finiscono per perdere di vista le dimensioni degli spazi a disposizione e accumularne molti di più rispetto a quanti sarebbe sano ospitare nell’appartamento, o stanza, prescelta.
I risultati sono disastrosi: gli animali non hanno spazio per muoversi o “dividersi il territorio”, e tenere pulito diventa impossibile. In poche parole, la detenzione degli animali sfocia nel maltrattamento. Nel febbraio 2016, in una soffitta di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, le guardie zoofile OIPA sono incappate in una situazione da film dell’orrore.
Già al primo piano di quell’appartamento di Fano qualcosa non andava. I due cani lì presenti, infatti, una meticcia e un carlino, non solo vivevano nella sporcizia ma avevano anche evidenti problemi di salute, tanto che il carlino aveva le unghie tanto lunghe da faticare a camminare, e di comportamento.
Il peggio però, doveva ancora arrivare. Era rinchiuso nella soffitta.
La porta della soffitta si è aperta su un’aria talmente intrisa di urina da essere irrespirabile. Non a caso infatti il pavimento era cosparso di feci, urina e immondizia. E in tutto questo, 19 gatti tanto terrorizzati da nascondersi al minimo suono.
Ovviamente, gli animali sono stati sequestrati e la proprietaria dell’appartamento di Fano è stata denunciata per maltrattamento.
A prendersi cura dei gatti sono ora le volontarie dell’associazione Melampo. La situazione, purtroppo, si è presentata subito piuttosto grigia: parassiti, stomastiti e persino problemi respiratori piagano i poveri animali.
Viene da chiedersi come sia possibile che nessuno, prima delle guardie zoofile OIPA, si sia accorto di nulla e chi abbia affidato animali così alla cieca, senza verificare dove sarebbero stati ospitati. La stessa domanda se l’è posta Matteo Ceccolini, coordinatore delle guardie zoofile di Pesaro-Urbino, che sulla pagina dedicata alla vicenda dichiara:
“Le condizioni disastrose in cui abbiamo trovato questi animali non si è venuta a creare in poco tempo, quindi ci chiediamo come sia possibile che nessuno l’abbia segnalata prima e che qualcuno abbia affidato degli animali ad una persona con evidenti problematiche. L’accumulo di animali è una problematica molto diffusa che ha un costo sociale elevato e che può essere combattuta solo se queste situazione verranno individuate e prese in carico dagli enti preposti”.