Combattimenti tra cani e gattini: una petizione

È purtroppo innegabile che di storie terrificanti sugli animali se ne sentano anche troppe; saranno sempre troppe, per quanto in un mondo utopico si speri sempre che la violenza, in qualsiasi forma, cessi. L’inizio 2016 ha però portato alla luce una faccenda decisamente scabrosa, al cui centro ci sarebbero combattimenti tra cani e gattini usati come esca, per eccitare i cani al combattimento.

La bufera l’ha scatenata questo annuncio su Facebook:

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CombattimentiGattini

“Abbiamo una cucciolata disponibile a Natale, a scopo di esca per cani.” Fonte: thesun.co.uk

Innegabile che un post simile abbia attirato l’attenzione di diversi utenti, scandalizzati e addolorati alla sola idea. Non sappiamo con esattezza quando il post sia stato pubblicato, ma una rapida ricerca su Google rimanda al gennaio del 2016, pertanto è probabile che il Natale a cui si fa riferimento sia quello del 2015. I gattini sarebbero stati messi in vendita proprio a questo preciso scopo.

Kitten peddling

“Ora ne abbiamo alcuni, qualcuno vuole piazzare qualche scommessa su chi vincerà?” Fonte: dailymail.co.uk

Il post successivo, in cui si fa chiaro riferimento, seppur indiretto, ai combattimenti, è questo sopra. La foto ritrae un cane e un gatto in atteggiamento abbastanza tranquillo, certamente non aggressivo, ma il testo è raccapricciante. Il moltiplicarsi della sparizione di gattini e di casi in cui cucciolate venivano vendute a dubbi individui nella zona di Liverpool, ha spinto sia la polizia sia la RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty on Animals) ad indagare più a fondo.

Ora, però, sembra che la RSPCA abbia chiuso il caso, annunciando che quei raccapriccianti post sarebbero stati una burla senza reale fondamento e che in realtà i gattini non venivano davvero venduti come esca di combattimenti tra cani. C’è qualcuno a cui questa conclusione non basta, e ha aperto una petizione per chiedere che l’indagine continui.

CombattimentiGattini3

Karl Maze, l’autore della petizione, esprime perplessità: si chiede perché pubblicare post simili, e pubblicizzarli, se non c’è un po’ di verità dietro. E dichiara che anche se davvero si tratta solo di una burla malata, dietro di essa vi sono comunque menti poco compassionevoli che andrebbero identificate, onde evitare atti di crudeltà futuri.

È possibile, certo, che si tratti di adolescenti annoiati in cerca soltanto di un po’ di celebrità. Ma come non concordare con il signor Maze? Come essere sicuri che non preoccuparsi a sufficienza di chi possiede un senso dell’umorismo così distorto non porterà a conseguenze peggiori?

Chiunque volesse firmare, trova a questo link la petizione di Karl Maze.

E speriamo davvero, però, che la RSPCA abbia ragione e non ci sia un atto un crimine del genere.

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