Gatto bianco e gatto nero nel folklore
Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
ed io non ci sto più.
Così recita la vecchissima canzone dello Zecchino d’Oro Volevo un gatto nero, che sicuramente alcuni tra voi lettori conosceranno, in cui una bambina lamenta di aver ricevuto in dono un gatto bianco invece che, come avrebbe desiderato, nero.
Indice degli argomenti:
Il gatto e il mito
Il gatto, lo si sa, è da sempre un animale mistico, magico, così come è nota anche la classica dicotomia tra nero e bianco, secondo cui il nero simboleggia il male e le forze negative, mentre il bianco risplende di luce benevola e benigna. Ma cosa ci racconta nello specifico il folklore di gatti bianchi e gatti neri? Ci affidiamo per trattare l’argomento al libro di Gerald e Loretta Hausman Il mio gatto è un mito.
La necessaria premessa da tenere a mente, e che riguarda tutti i gatti, è il collegamento del gatto con la triade luna – sole – terra. Il gatto nel corso dei secoli è stato infatti rappresentazione tanto del sole quanto della luna, nonché un essere legato alla medicina della terra.
La figura del gatto bianco si collega a quella dell’albino, e va detonato come l’animale albino sia comunemente ritenuto eccezionale e straordinario essendo il bianco il colore di nuvole, sole e neve. In linea generale il gatto bianco simboleggia libertà da pesi, sofferenze, privazioni e punizioni, e non a caso è portatore di virtù, fecondità e appagamento. Ma cos’hanno da raccontare specifiche aree geografiche?
Il mito del gatto bianco in Europa
Cominciamo dalla nostra Europa e viaggiamo verso nord fino a raggiungere la Finlandia. Nella cultura tradizionale finlandese il gatto dal pelo bianco è considerato una delle forme che gli angeli assumono per accompagnare le anime nell’aldilà. Nei racconti danesi e celtici una gatta bianca che si mostri alle vergini è considerata portatrice di una benedizione. Nella nostra Sicilia, santa Marta tende al focolare in compagnia di una gatta bianca.
Il gatto bianco in America e Asia
L’America è il regno in cui il gatto bianco regna sovrano. La cosa è particolarmente vera per l’area dei monti Ozark, una catena montuosa che si estende tra Missouri, Arkansas, Oklahoma e Kansas, dove il folklore pullula di gatti bianchi salvifici.
L’Asia, dal canto suo, non manca di storie e leggende in cui è un gatto bianco a sbucare dal nulla e soccorrere i bisognosi, in differenti maniere a seconda dell’emergenza. In alcuni casi questi animali sono stati persino beatificati. La credenza è talmente radicata che gli Alleati riuscirono a sfruttare al massimo i loro operai Birmani… grazie alla presenza di gatti bianchi.
I miti legati al gatto nero
Il gatto nero gode di una presentazione tristemente più nota, come testimoniano anche le violenze che a tutt’oggi i mici neri subiscono: sono ancora tacciati di essere malefici, o quantomeno portatori di sfortuna. Non è un caso se ancora oggi bisogna ricorrere a giornate dedicate come la giornata del gatto nero o il Black Cats Appreciation Day, dal momento che è quasi universalmente considerato animale del malaugurio e della cattiva sorte.
Il gatto nero nell’antichità
Non è sempre stato così, però. Il dio egizio del sole Ra, portatore di luce dalla forma felina, combatteva ogni giorno Apep, il serpente maligno che striscia nelle tenebre.
Nell’Europa precedente alla caccia alle streghe il gatto nero è sì il rappresentante delle tenebre, ma il nero è anche un sottoprodotto del fuoco, da sempre elemento di potere positivo. Inoltre, grazie al fatto che la pelliccia nera poteva anche risplendere ad esempio dell’argento del chiaro di luna o della luminosità del sole, si riteneva avesse una doppia identità, ben lungi dall’essere del tutto negativa.
Era inoltre compagno dei “root doctors” coloro che guarivano con radici raccolte alla luce della luna. La sua sfortuna inizia con la peste nera, un avvenimento che sembra dimostrare la sconfitta del potere di sole, luna e terra. E inoltre la peste è appunto nera, e il nero è il colore della notte e dell’oscurità: diventa allora facile capire come le figure di Apep e Ra si siano sovrapposte.
Il gatto nero oggi
E oggi? Restano ancora nel folklore tracce del lato positivo, benevolo del gatto nero. Gode, tanto per cominciare, di una buona reputazione nel Sudamerica.
Due sono invece le zone europee fortunate per il gatto nero. In Irlanda è ancora oggi ritenuto l’aiutante dei taumaturghi, nonché un parente stretto delle streghe. È un animale legato al ceppo di Natale, noto anche come “legno di Maria” o “legno allegro” che altro non è che legno di tasso, un legno ritenuto sacro alle dee antiche di cui è appunto parente il gatto nero.
È celtica la figura del dottor Opendon, guaritore e erborista che viveva nei boschi col suo gatto nero. Nel sud della Francia il gatto nero noto è come “Matagot“, cioè gatto magico, portatore di buona sorte per chi lo accolga in casa. In Bretagna (area del nord-ovest della Francia) è popolare la figura del “Chat d’argent“, il gatto del denaro, uno spirito che servirebbe nove proprietari alla volta.
Secondo noi, semplicemente, che siano bianchi o neri, i gatti sono sempre meravigliosi.