Un gatto costretto a sniffare cocaina è morto: accade in Scozia

Nelle sale cinematografiche italiane è passato di recente il lungometraggio A spasso con Bob, la storia vera del chitarrista James Bowen che, sull’orlo della rovina tanto per la sua tossicodipendenza quanto per le sue condizioni economiche, grazie a un gatto di strada, Bob, trova una ragione per combattere contro la propria difficile situazione.

Purtroppo, però, non tutte le storie di droga in cui siano coinvolti animali hanno un lieto fine: nell’agosto 2015 in Scozia, e per la precisione nella città di Buckie, un gatto costretto a sniffare cocaina è morto. Il suo nome era Cheeko.

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Portrait Of Tabby

Un soriano. Fonte: http://cats.about.com/

Cheeko, gatto soriano, condivideva un tempo la casa e la vita con Nickey Grant, giovane donna che a un certo punto della sua esistenza si è trovata con quattro cani a cui badare. Non è chiaro se si trattasse di cani accolti in stallo, regalati o semplicemente adottati per scelta: fatto sta che Nickey, temendo che la convivenza non andasse a buon fine, aveva affidato Cheeko a un amico in cui evidentemente riponeva fiducia.

Col passare del tempo, pare che i rapporti tra Nickey e il suo amico si fossero ormai deteriorati, o quantomeno i due si fossero persi di vista.

Tre anni dopo, nel 2015 appunto, la tragedia. Il nuovo umano di Cheeko aveva organizzato un festino a base di alcool e droga, durante il quale a uno degli invitati è venuta l’idea di far provare anche al micio una striscia di cocaina. Quando il felino si è, ovviamente, rifiutato, l’invitato ha reagito infilando un poco di polvere bianca nel suo naso.

L’amico di Nickey non ha potuto fare altro che assistere: Cheeko è crollato a terra e deceduto in pochi secondi.

La Scottish Society for the Protection of Animals, associazione dedicata tra le altre cose a occuparsi dei casi di maltrattamento, ha subito iniziato i necessari accertamenti. Niente, purtroppo, riporterà però in vita Cheeko. Questo gatto costretto a sniffare cocaina è morto, e si può soltanto, per lui, fare giustizia.

Noi ci chiediamo, però, perché mai in primo luogo Nickey abbia rinunciato al suo micio, e perché in seguito non abbia seguito più da vicino la sua vita. E’ indubbiamente vero che, talvolta, individuare qualcosa di profondamente sbagliato nell’esistenza di un conoscente, o anche di un amico, non è facile; ma forse, se Nickey avesse tenuto gli occhi aperti, oggi Cheeko sarebbe ancora vivo. Naturalmente il biasimo maggiore va però all’amico della ragazza, che non ha vigilato sul benessere del micio come avrebbe dovuto.

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