Gatto Orione, scalatore del Pizzo Stella e star felina di Campodolcino!
Davvero recentemente GcomeGatto ha dedicato un articolo al gatto di Grimmelwald, il micio bianco e nero che vive nell’omonimo villaggio svizzero e che si avventura per i sentieri da escursione, qualche volta accompagnando i gruppi di sportivi e appassionati di trekking. Oggi, con fierezza, vi presentiamo un gatto scalatore tutto italiano: gatto Orione, scalatore del Pizzo Stella!
Proprio questo micio bianco-tigrato, che si gode con tanta voluttà la copertina calda, ha conquistato nei primi giorni di settembre la vetta del monte Pizzo Stella, la montagna alta quasi 3200 metri allocata nei pressi di Campodolcino, in provincia di Sondrio.
A raccontarlo è l’utente Facebook Davide Mezzera, che ringraziamo, oltretutto, per le foto che ha scattato a immortalare l’evento.
Era il 2 settembre 2016, e Davide e i suoi amici si sono recati al Rifugio Chiavenna, punto di partenza per l’itinerario più diffuso diretto alla cima del Pizzo Stella. E Orione, il gatto adottato dal rifugio, zampe in spalla e coda alta ha deciso di seguirli.
Non solo! Riferisce il gruppetto di escursionisti che Orione ha affrontato l’intera salita, durata circa cinque ore, da solo, e non ha mai accettato passaggi o agevolazioni, come avrebbero potuto essere braccia o zaini.
E così, passo dopo passo, ha raggiunto la vetta del Pizzo Stella, contemplando l’orizzonte come fosse il re del mondo…
… e godendosi un po’ di meritate coccole.
Prima di abbandonare la vetta, Davide e i suoi amici non potevano certo farsi mancare una foto con la star felina di Campodolcino e del Rifugio Chiavenna.
Al ritorno, Orione ha alla fine accettato il “passaggio via zaino” offertogli in precedenza… ma solo per una quisquilia di tempo, vale a dire 15 minuti circa, dopo i quali ha chiesto, e ottenuto, di riprendere la camminata.
E ovviamente, gatto Orione, scalatore del Pizzo Stella, si è meritato una menzione in quello che sembra, a occhi, il libro degli ospiti del rifugio!
“Con il gatto del Rifugio Chiavenna. Ora lo riportiamo a casa.”