I bambini autistici preferiscono i gatti: ecco perché

L’autismo è una condizione delicata per chiunque, in qualsiasi fascia di età. Eppure per un bambino, in particolare, può essere difficile conviverci. È in questi casi che, spesso, un compagno a quattro rende a un bambino la vita più facile. E in particolare, pare, i bambini autistici preferiscano i gatti. Questo articolo esplica il perché di tale stato di cose.

Una delle difficoltà maggiori di chi soffre di autismo riguarda il relazionarsi con il prossimo, ciò perché non è sempre facile per chi combatte con questa patologia, decodificare i segnali interni a un’interazione.

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Così spiega Marine Grandgeorge, psicologa presso l’Università di Rennes, polo di istruzione sede dello studio effettuato sul tema dell’articolo e in seguito pubblicato sulla prestigiosa rivista Frontiers in Psychology.

I bambini neuroatipici sembravano prestare più attenzioni ai gatti rispetto ai cani, perché il contatto visivo prolungato può essere stressante per chi ha problemi nell’interpretare i segnali interattivi.

Detto in soldoni, e in breve, di solito i bambini autistici amano i gatti maggiormente rispetto ai cani perché i felini domestici tendono a ricercare attenzioni e richiedere socialità in maniera più quieta e, dal punto di vista di un autistico, meno invasiva.

Se ci si pensa, infatti, la gran parte dei cani ricerca attivamente lo sguardo e la presenza del “padrone”, o per meglio dire di colui o colei che svolge il ruolo del suo alpha. Un atteggiamento naturale e del tutto benevolo, ma che può spaventare o almeno intimorire chi fatica a leggere il linguaggio della comunicazione interpersonale.

In particolare, secondo lo studio dell’università di Rennes, un fattore critico sarebbe proprio il modo in cui il cane cerca spesso, e attivamente, lo sguardo delle persone con cui si interfaccia. Il gatto, di contro, è spesso una presenza più discreta in questo senso: anche quando si avvicina con poca timidezza e considerevole disinvoltura, è raro cerchi uno sguardo “occhi negli occhi” con facilità. Sembra infatti che per i felini, un atteggiamento simile comunichi aggressività e ostilità.

Esiste più di una storia che testimonia come proprio un gatto ha aiutato un bambino autistico a trovare un po’ di serenità. Quel che conta, a nostro parere, è che queste amicizie siano benefiche per entrambe le parti!

 

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