I gatti riconoscono i loro parenti?
Il concetto di “famiglia” come noi lo conosciamo, quello che ispira devozione e porta una persona a intrecciare legami unici con chi condivide lo stesso sangue, non esiste per i gatti. Mamma gatta è, è vero, capace di atti di coraggio che sfiorano l’incoscienza pur di proteggere i suoi cuccioli, ma una volta che essi hanno raggiunto la maturità e imparato da lei tutto ciò che è importante per la sopravvivenza, lei considera terminati i suoi doveri.
Eppure, anche se i nostri mici dimenticano, affettivamente parlando, chi li ha cresciuti, rimane un filo invisibile a legare chi condivide lo stesso pool di geni. In altre parole, in parte i gatti riconoscono i loro parenti.
L’argomento è già stato trattato parzialmente in un articolo dedicato alla memoria dei gatti, in cui veniva esplicata la natura di quel filo invisibile tra parenti felini.
Specificatamente parlando, esplica un articolo della NationalGeographic.it, il fenomeno che permette tale riconoscimento è definito come “prior association”. Ciò dipende dal fatto che esiste, tra chi condivide una linea di sangue comune, una somiglianza fenotipica, vale a dire una serie di tratti distintivi della famiglia in questione che si imprimono nella memoria inconscia del gatto durante i primi mesi di vita.
Tale somiglianza fenotipica nel gatto si traduce spesso tramite il senso dell’olfatto. Questo all’atto pratico significa che due gatti che tra cui esiste un vincolo di parentela hanno una “memoria olfattiva” in comune: pare infatti che i gatti che condividono lo stesso corredo di geni condividano anche una traccia di odore similare.
Jill Mateo, esperta nel riconoscimento della parentela all’Università di Chicago, ha commentato:
“In questo modo gli animali possono ‘riconoscere’ i consanguinei anche se non vi sono cresciuti insieme, ad esempio cugini o fratellastri con cui condividono il padre”
L’unica domanda che resta ora è: perché i gatti riconoscono i loro parenti? A cosa serve questa capacità in natura?
La risposta è abbastanza semplice. Non è un caso se l’incesto è considerato un taboo dalla maggioranza delle culture, e un concetto simile vale anche per le gatte di colonia; che proprio così riconoscono i loro “parenti” ed evitano di generare prole con un consanguineo.