I leoni scappati dalla riserva del Parco Kruger: ecco la loro storia e la verità
G come Gatto, per definizione e denominazione, tendenzialmente racconta del gatto domestico, il nostro amato Felis catus. Qualche volta, però, approda alle nostre cronache nazionali anche qualche notizia sui parenti selvatici del nostro beniamino che merita di essere raccontata. La vicenda che riguarda i leoni scappati dalla riserva del Parco Kruger, situata in Sudafrica, rientra certamente nella categoria.
L’Africa è un continente molto diverso dal nostro. In Africa, il confine tra natura e città non è così netto come lo conosciamo; perciò, quando 14 leoni sono scappati dalla riserva del Parco kruger e sono comparsi nei pressi della miniera della città di Phalaborwa, al confine tra Sudafrica e Mozambico, la notizia non ha mandato in panico immediato i residenti e i lavoratori. Del resto, la zona è nota per la sua commistione tra fauna selvatica e mondo umano.
Non solo, le autorità di zona hanno immediatamente preso le giuste misure preventive. Nello specifico, si è raccomandata cautela agli impiegati in miniera ed è stata disposta una sorveglianza da parte di un gruppo di ranger, volta a tenere sotto controllo e studiare i movimenti del branco. L’area scelta dai 14 leoni è stata delimitata per garantire la sicurezza delle persone. A Phalaborwa, hanno imparato a convivere con leoni, leopardi, elefanti e via dicendo, senza che ciò abbia generato attacchi frequenti ai danni dell’uomo.
Non è così strano, quindi, se i leoni della miniera di Phalaborwa sono stati gestiti con rispetto e senza allarmismi eccessivi.
Il branco non è, come si pensava inizialmente, fuggito dal vicino National Kruger Park. Anzi, la direttrice generale Marisa Coetzee ha motivato la scelta di territorio dei leoni con la cospicua presenza di prede come elefanti, bufali e altri animali selvatici. Fattore a cui va aggiunta la poca concorrenza di altri predatori.
Inizialmente, sembrava che i leoni della miniera di Phalaborwa dovessero essere catturati e introdotti nel National Kruger Park.
Ora, invece, pare che non dovranno subire alcun trasferimento. Sono oramai parte della comunità e non un pericolo per i residenti.
Forse, davvero, tutto quello che serve per convivere anche con il predatore più feroce è un po’ di comprensione dell’universo in più.