Il Delaware è il primo stato americano senza rifugi killer
Gli Stati Uniti, a livello di gestione del randagismo, sono tristemente noti per il sistema dei rifugi killer. All’argomento abbiamo già dedicato un articolo completo, ma per chi non ne fosse edotto ecco riepilogato il concetto: poiché queste strutture accolgono, per legge, ogni rinuncia di animale, per non trovarsi con un ambiente sovrappopolato hanno definito un sistema di eutanasia sistematica. Se non adottati o accolti altrove, i randagi hanno 96 ore di vita, mentre animali ceduti da proprietari un tempo più lungo ed imprecisato.
In passato si è cercato di trovare altre soluzioni, come il progetto Farm Livin’ a favore dei gatti dall’indole più selvatica. Ebbene, proprio dagli Stati Uniti è arrivata una lieta notizia. Ad oggi, il Delaware è il primo stato americano senza rifugi killer.
Il riconoscimento del Delaware in questo senso è in realtà, come spiegato dall’associazione no-profit Best Friends Animal Society, una questione di percentuali.
Quando ogni rifugio di uno Stato raggiunge un tasso di adozione del 90 per cento per tutti i cani e gatti, quello Stato viene definito come “no-kill”.
E il 10% restante? Vi si includono “irrimediabili problemi di salute o comportamentali che compromettono la loro qualità di vita e ne impediscono il reinserimento in una famiglia”.
Ora che il Delaware è il primo stato americano senza rifugi killer, si spera proprio che altri rifugi prendano la stessa direzione.
Certo, basare questa etichetta soltanto su un dato statistico può sembrare un po’ superficiale. Non è chiaro se, conseguentemente, cambiano anche i regolamenti interni riguardanti l’eutanasia. E se non è così, cosa impedisce allo stato insignito di invertire la tendenza?
Senza dubbio, il fatto che ogni rifugio dello stato, nessuno escluso, debba raggiungere quel requisito, un requisito non da poco, è da tenere da conto.
Non resta allora che sperare che almeno il Delaware mantenga questo stato di cose!
