Il dramma del ghepardo: un felino sull’orlo dell’estinzione
Lo stato attuale del pianeta Terra minaccia, purtroppo, gran parte dei suoi abitanti. Tra questi ci sono anche diversi tra i grandi felini, i parenti più prossimi del nostro gatto domestico. È questo il dramma del ghepardo, noto agli addetti ai lavori come Acinonyx jubatus.
Un tempo, il ghepardo era diffuso dal Sud Africa al Marocco, dall’Iran all’India. Oggi, purtroppo, la IUCN, International Union for Conservation of Nature, rileva non più di 6700 esemplari. E il suo habitat si è ridotto dell’89%.
La sottospecie che più soffre questa condizione è il Ghepardo dell’Africa Nord-Occidentale (Acinonyx jubatus hecki), che oramai calca solo le terre dell’Algeria, Benin, Burkina Faso e Nigeria. Pare ne siano rimasti poco più di 250 esemplari in totale.
Si può riconoscere dai suoi “cugini” in quanto è, innanzitutto, di dimensione minore; inoltre il pelo è più corto e più chiaro, con meno chiazze e tendenti più al marrone che al nero. È inoltre privo delle classiche “strisce a goccia” scure sul muso.
La natura schiva di questi animali rende ulteriormente più difficile tenere sotto controllo l’andamento della specie. Essendo infatti animali notturni, sono estremamente difficili da avvistare. Difficile dire, in queste condizioni, quanto declini la popolazione del Ghepardo dell’Africa Nord-Occidentale.
Il dramma del ghepardo risiede anche nelle numerose difficoltà riguardanti la sua riproduzione in cattività. È dunque estremamente importante tutelarlo nel suo ambiente naturale, aiutandolo nella ripresa e a risalire la china, a ripopolare il pianeta.
Se falliamo in questo, è possibile che i geni della famiglia Felidae sopravvivano soltanto nel nostro gatto domestico, il Felis silvestris catus.