Il film “Felidae”: gatti e un mistero da risolvere
I gatti sono, indubbiamente, esseri adorabili. Hanno, tuttavia, un lato predatore e a suo modo violento, basti pensare alle lotte per guadagnarsi il favore della femmina di turno, di cui troppo spesso finiamo per dimenticarci: proprio la natura selvaggia dei gatti la fa da padrone nel film Felidae, lungometraggio d’animazione del 1994 diretto da Michael Schaack e adattamento del romanzo omonimo di Akif Pirinçci.
Dimenticatevi Gli aristogatti, o anche FBI operazione gatto: i gatti di Felidae sono felini in tutto il loro essere. Lottano, uccidono topi e si riproducono tra una carezza e l’altra dei loro umani.
La loro vita da gatti viene turbata quando nel quartiere iniziano a verificarsi omicidi ai danni dei residenti felini; il vecchio Bluebeard incolpa gli umani (soprannominati, qui, “can-opener”, letteralmente “apritori di scatolette”) ma Francis, il nuovo arrivato nella zona, non ne è altrettanto sicuro e si prende a cuore l’investigazione. Passo dopo passo, per riportare la pace e la tranquillità nella sua comunità non solo dovrà scoprire l’identità del killer ma venire ai patti con verità agghiaccianti.
L’avrete ormai compreso, ma vale la pena essere chiari: Felidae, pur essendo un film d’animazione con tanto di gatti parlanti, non è concepito come opera per bambini. Non solo di rado la cinematografia ha visto un ritratto tanto completo del comportamento felino, ma non mancano neanche una certa dose di violenza, alcune scene realmente inquietanti tra cui gli incubi di Francis e diversi riferimenti alla sperimentazione animale e alla cattiveria dell’uomo. Chi ama il thriller come genere, è disposto a vedere i gatti come più che dolci batuffoli di peso e non è abituato a negare il male che infesta questo mondo, amerà Felidae, per quanto possa a tratti essere una visione difficile da mandare giù: ma è del resto parte del suo fascino e della sua stessa essenza.
L’opinione personale di chi scrive è che Felidae non debba mancare nella cineteca di ogni vero gattofilo, se non altro per la sua unicità nella cinematografia felina.