Il gatto-volpe esiste davvero: è stato avvistato in Corsica
In parte, lo possiamo vedere anche nelle nostre tigri domestiche: i gatti hanno una loro parte solitaria, un po’ schiva. Questo tratto è certamente più evidente nelle specie feline selvatiche, come l’elusivo gatto selvatico o il gatto delle sabbie, filmato soltanto di recente. Tra queste rientra inoltre il gatto-volpe, animale “estremamente discreto, con abitudini notturne”, ricoperto di un’aura di leggenda perché pare abbia l’abitudine di attaccarsi alle mammelle di pecore e capre.
L’analisi “tecnica” del gatto-volpe, o ghjattu-volpe, come è chiamato in corso, è iniziata nel 2008. In quell’anno, è stato possibile catturarne un esemplare all’interno di un pollaio di Olcani, a Cap Corse. La successiva installazione di trappole, iniziata nel 2012, ha poi portato a uno studio particolareggiato del DNA di questo animale.
Secondo i ricercatori, il gatto-volpe possiede un Dna simile a quello del gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica), come accade per i gatti selvatici della Sardegna. Risulta quindi differente rispetto a quello che caratterizza la sottospecie che a logica dovrebbe essergli più vicina, il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris).
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Recentemente, la presenza del gatto-volpe è stata registrata nella foresta di Asco, situata in Alta Corsica. A individuarlo è stato l’Onfcs, Ufficio francese della caccia e della fauna selvatica, organismo che studia questa specie animale ormai da dieci anni.
Secondo Pierre Benedetti, capo tecnico ambientale dell’Oncfs, il gatto-volpe risiede in Corsica già dalla seconda colonizzazione umana, risalente al 6.500 a.C. Se così fosse, effettivamente la sua origine sarebbe mediorientale.
Il gatto-volpe è certamente una creatura curiosa e interessante. Speriamo davvero di saperne di più, con il dovuto tempo!