Il libro di Regina Henscheid, Memorie di un gatto

Diciamo la verità, quanti di noi hanno passato ore a chiedersi cosa e come pensino i nostri amici? Con che occhi ci vedano e cosa vedono guardandoci? Sicuramente sono pensieri che hanno attraversato la mente della scrittrice Regina Henscheid, nella descrizione del rapporto tra due mici, Ramirez e Minnie (che però si fa chiamare Micio, o Sua Grazia Micio de Orsi), e la loro coppia di umani, “l’Uomo” e “la Donna”. A narrare la costruzione di questo rapporto e altre mille avventure è proprio Minnie.

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Chi scrive possiede evidentemente una conoscenza approfondita del mondo felino, perché descrive con humor ma anche una certa verità la reazione soffiante di mamma gatta al momento del “furto” dei cuccioli, i primi giorni di panico nella nuova casa e piano piano la conquista del lettone, fino alle dormite nell’incavo del gomito. Un momento emozionante per tutti quanti tra noi lo abbiano sperimentato.

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Il libro offre inoltre nozioni interessanti sul concetto di “aiutarci” nella mente dei nostri mici. Quando, ad esempio, durante i loro giochi fanno cadere a terra una serie di boccali e la Donna commenta che “non erano poi tanto belli”, Micio giunge alla conclusione che aiutare i suoi umani a far sparire ciò che “non è poi così bello” sia una missione per lui e suo fratello. Decisamente umoristico, poi, il momento in cui i due monelli cercano di infilarsi sotto la credenza come quando erano piccoli e scoprono con sconcerto di non passarci più.

Un altro tema esplorato nella narrazione è la convivenza tra i mici. Micio infatti si dichiara come il superiore tra i due, il più coraggioso già dalla prima corsa in macchina verso la nuova casa, e cita il coprirgli gli escrementi da parte del fratello come segno di sottomissione. Non mancano neppure alcune “angherie” verso Ramirez, che si ritrova di tanto in tanto privato di qualche ciuffo di peli. Nonostante queste occasionali bizze, però, i due fratelli riescono ad andare d’accordo: il messaggio è, chiaramente, che non necessariamente due gatti devono andare sempre d’amore e d’accordo per poter convivere.

E tra cadute dal balcone, vagabondaggi, avventure casalinghe e incontri con animali sconosciuti, il libro si avvia gradualmente alla sua conclusione. E Minnie/Micio filosofeggia sul rapporto con l’Uomo e con la Donna, arrivando a una conclusione commovente ma quantomai vera.

“E’ un motivo strano: stiamo con loro perché ci amano! […] Adesso mi è finalmente diventata chiara un’altra cosa: anche noi li amiamo. Già.”

In questa parte finale del romanzo c’è spazio anche per gli umani, nel loro esprimersi: che attraverso la Donna danno la loro versione in merito alla convivenza coi due gatti.

Lo sapete perché voi state con noi? No, non potete saperlo. Ma ve lo dirò io. Avete un effetto catartico”.

E anche in questo caso, parole mai furono più vere. Tutti possiamo testimoniarlo: quanto bene possono farci i nostri amici, e quanto ci prendiamo cura di loro perché, semplicemente, li amiamo.

 

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