” Il paradiso delle crocchette “, un racconto felino di Francesca Sanzo
La domanda di natura spirituale che si pone più di frequente il genere umano è senza dubbio quella relativa a ciò che accade dopo la morte. Che genere di ambiente ci attende, ci chiediamo? O ancora, dove va la nostra anima? Ci rimane o no una coscienza, e così la capacità di comprendere di avere abbandonato la nostra vita terrena?
I più sensibili tra noi si fanno le stesse domande anche per ciò che riguarda i nostri gatti, domande che poi hanno condotto alla nascita del Ponte dell’Arcobaleno. L’autrice Francesca Sanzo, però, ha un’altra idea: e ha scritto a quattro mani con sua figlia Frollina il dolcissimo racconto Il paradiso delle crocchette, dedicato ai gatti Tommaso e Raul.
Mamma, ma dove vanno i gatti quando muoiono?
I gatti quando muoiono vanno nel paradiso delle crocchette che è un posto scoppiettante.
Hai presente quelle macchine che al cinema fanno i pop corn?
Sì, quelli che si mangiano e sembrano nuvole?
Esatto, proprio quelli. I gatti vanno in un posto in cima alle nuvole dove scoppiettano crocchette puzzolenti che però a loro sembrano profumatissime e gli fanno venire l’acquolina in bocca. Dalle nuvole escono le loro crocchette preferite e loro saltellano tutti insieme. E poi questo paradiso è pieno di gomitoli di lana che ai gatti piacciono molto, così ci giocano un sacco e fanno le fusa.
Il paradiso delle crocchette è un posto pieno di fusa. Loro pensano ai loro amici umani e fanno tante, tante fusa d’amore.
Si, e poi un giorno prendono una nuvola con le zampette e la aprono come fosse una valigia. Le nuvole sono le valigie, nel paradiso dei gatti. Ci mettono dentro dei pezzettini di cielo che hanno ritagliato con-le-forbici-dei-piccoli-per-fare-i-collage e di notte partono.
E dove vanno, Frollina?
Di notte loro vanno a trovare i loro amici umani.
Scendono le nuvole scala e si infilano dalla finestra, mentre i bambini e gli altri umani che li hanno amati dormono. Prima, se hanno degli amici animali, come per esempio le tartarughe che a me stanno molto simpatiche, vanno a salutare gli amici animali perché parlano la stessa lingua e poi si infilano in casa. Vanno a dormire in mezzo ai loro amici umani, oppure fanno delle piccole birichinate così quando loro si svegliano, si accorgono che è passato il gatto che adesso vive nel paradiso delle crocchette.
Si, e secondo me dormono a siluro tra le gambe dei loro amici umani.
Si, passano lì con la loro valigia e lasciano sparsi per casa dei pezzettini di cielo.
In cambio sai cosa prendono?
No, non lo so. Cosa prendono?
Prendono l’amore e i bei ricordi insieme ai loro amici umani, li mettono nella valigia nuvola e se li portano nel paradiso delle crocchette.
E perché?
Perché così quando vanno nella “fuseria” che è il posto delle nuvole dove fanno le fusa, tirano fuori i ricordi di amore dei loro umani e possono fare le fusa pensando a loro.
E noi possiamo pensare ai nostri amici animali che hanno lasciato pezzettini di cielo nelle nostre vite umane.
Il paradiso delle crocchette è senza dubbio un racconto dolce, tenero, che verte su come, anche dopo averci lasciati, i nostri mici non ci abbandonino mai veramente e veglino su di noi, regalandoci quei momenti di serenità in cui, non sapremmo dire perché, li sentiamo vicini nonostante tutto. La particolarità de Il paradiso delle crocchette è che non manca nemmeno di ironia: non è forse vero che le loro crocchette preferite per noi sono più puzzolenti che altro?
Se desideraste leggere di più di Francesca Sanzo, potete farlo sul suo blog.