Intervista a Andrew Faber, poeta dall’animo e cuore felini
Forse, alcuni tra i lettori fino a non molto tempo non conoscevano Andrew Faber. Ad oggi, però, grazie alle sue commoventi parole in rima dedicate al suo micio volato sul Ponte, raccolte nel titolo Pensaci bene prima di prendere un gatto, ha raggiunto più di un cuore. Ed è con piacere che vi raccontiamo della chiacchierata che abbiamo avuto modo di fare con lui pochi giorni fa. Lettori e lettrici, ecco a voi l’intervista a Andrew Faber.
Sembra impossibile a vederli in questo scatto, occhi negli occhi e perfettamente sintonizzati sulle stesse frequenze, ma tra Andrew e Gigio, questo il nome del protagonista felino di Pensaci bene prima di prendere un gatto, non c’è stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Indice degli argomenti:
L’incontro con gatto Gigio
Certo, senza dubbio non è un caso che un più giovane Andrew alle prime esperienze in poesia, alle prese con le ansie e i timori caratteristici dei primi tempi in un appartamento tutto per sé e desideroso di adottare un gatto per “custodirlo”, abbia scelto Gigio. A combinare questo incontro del destino è stata un’amica dell’artista, che gli ha indicato quel micione nero, già adulto e residente in un cortile. È stato così che il nostro micione è approdato da chi lo avrebbe amato tanto visceralmente. Eppure, all’inizio il rapporto tra Andrew e Gigio ha mancato della profondità che l’avrebbe in futuro contraddistinto. In effetti, i primi tre, quattro anni di convivenza Gigio andava e veniva come gli aggradava e passava più tempo tra i compari della vicina colonia felina che con il suo umano. Certo, Andrew ne era affascinato, ammaliato persino, ma ancora non si poteva parlare di vero amore.
Eppure, come usiamo affermare noi e come ora è pienamente convinto anche il nostro poeta, i gatti ci scelgono. Il ruolo del caso, in questioni come queste, è marginale o del tutto inesistente. C’era una ragione, se Gigio si è lasciato prendere e portare a casa. E noi aggiungiamo che con tutta probabilità c’è un collegamento anche tra il desiderio di “paternità felina” e l’inizio del percorso poetico di Andrew, nato dalla necessità di fare qualcosa che lo facesse sentire bene e attenuasse la sua ansia da “nuova indipendenza”.
La svolta vera, però, come sottolineato anche dal diretto interessato durante l’intervista a Andrew Faber, è arrivata quando lui e la donna che oggi è sua moglie hanno preso la decisione di cambiare casa. Proprio il cambio di ambiente ha portato Gigio a trascorrere più tempo con i suoi umani, e ciò ha scompigliato tutte le carte in tavola.
La crescita del rapporto
È stato, come definito da Andrew stesso, “un lavoro fino fino, di cesello, un vero e proprio corteggiamento”. Del resto, tutti i rapporti hanno bisogno di tempo per raggiungere la profondità. E nel giusto tempo necessario, gatto e umano si sono trovati legati a doppio filo. Forse, ipotizza Andrew, Gigio aveva sempre desiderato questo ed era stato lui, fino a quel momento, a negarglielo.
Grazie a lui ho imparato lati dell’amore che nemmeno avevo idea esistessero.
Un amore assolutamente puro e randagio.
Purtroppo, come siamo dolorosamente coscienti, anche le favole più incantevoli hanno una fine. E quella di Gigio e Andrew è arrivata fin troppo presto, nelle vesti della temutissima FeLV. La quale, in realtà, era presente da un po’ a insaputa di tutti. E quando si è ormai rivelata per quella che era, è stato troppo tardi.
A volte siamo incoscienti del tempo che passa.
Se avessi potuto dargli dieci anni della mia vita, lo avrei fatto.
Questo gattone tanto intollerante verso i suoi simili quanto dolce, malleabile e arrendevole con le persone a cui voleva bene e di cui si fidava, continua però a vivere nel suo umano.
Come abbiamo scoperto nell’intervista a Andrew Faber, gli ha lasciato in eredità un animo da gattaro disperato correlato dal desiderio di adottare ancora altri felini, la preziosa importanza della solitudine… e una profondità curiosità di vedere il mondo con gli occhi di Gigio e di tutti i gatti del mondo, con lo sguardo che hanno quando “fissano un muro che sembra vuoto”. Una visuale a cui Andrew Faber ha cercato di dare forma nelle sue parole in rima.
Ad essere felice.
In questi due brevi componimenti, Andrew Faber si rivolge direttamente al suo micione.
Ti penso piccolo mio, con tutto l’amore che posso.
Riempirò di baci il cielo
finché non riuscirò a trovarti.
Non manca nemmeno un appello accorato a Gigio…
Vieni a farmi compagnia questa notte.
Scappa da lì, che tanto lo sai fare.
Ho bisogno di sentirti vicino.
Anche per un attimo solo.
Vienimi a cercare.
…e sempre la sua assenza ha fatto scaturire queste parole accorate.
Mi manchi piccolo mio.
Mi manca la tua buffa serietà.
I tuoi salti stupidi, l’anarchia delle tue scelte.
Il tuo coraggio nell’affidarti e la tua dolcezza mai nascosta.
Mi manca la poesia delle tue fusa.
Mi manchi perché sei l’altra faccia dell’amore.
Quello infinito e difficile da giustificare.
Mi manca svegliarmi, guardarti per un attimo negli occhi, e poi essere pronto ad affrontare tutto.
Forse, però, a spiccare tra le parole ispirate dalla musa felina che è, ed è stato, Gigio, sono quelle delle due opere in rima che seguono.
Gigio ispiratore di componimenti
Il primo racconta come della vita faccia parte anche la capacità di tagliare i rami morti. E di questo, si sa, i gatti sono maestri. Del resto amano soltanto chi scelgono, e anche nell’amore non dimenticano mai la dignità.
Il secondo è dedicato proprio alla fragilità, ed è nato dalla penna del poeta durante la malattia di Gigio. Ne pubblichiamo con piacere uno stupendo estratto.