Kimba, bianco come un angelo
LaStampa.it già da qualche tempo ha inaugurato una rubrica dedicata alle storie di amore tra uomo e animale, in cui risulta evidente il legame tra l’adottato e chi adotta. Alcune delle storie raccolte sono veramente belle, e meritano di essere diffuse; storie come quella di Kimba, un gattone dal pelo candido, bianco come un angelo. E che forse angelo lo era un po’ davvero.
È il 2009 quando Kimba entra nella vita di Alessandro. Nasce dal grembo della tigrata Carletta, unico bianco tra i cuccioli e che già per questo si fa notare per la sua particolarità. Ma non solo: è anche graziato da un carattere particolarmente amabile e giocherellone. In onore dell’omonimo leone bianco protagonista dei cartoni, il cucciolo viene battezzato Kimba.
Preferenze, certo, chi ama gli animali non ne fa. Ama tutti quelli che ha accolto sotto la sua ala e nella sua casa, e così Alessandro ha amato da subito tutti i cinque cuccioli di Carletta, eppure con quel gattino bianco c’è stato da subito un feeling particolare.
Fin da subito, quel micio dal manto candido si è comportato come se quella di Alessandro fosse sempre stata casa sua da sempre. A tavola, saliva sulla sedia, posava le zampe sul bordo del tavolo e annusava l’aria, cercando di capire se ci fosse qualcosa di buono per lui a disposizione. La sera aspettava il suo umano al ritorno dal lavoro, tentando talvolta un’aria di indifferenza che si scioglieva alla minima offerta di carezze. E al mattino presto, poi, prima della sveglia, si infilava nel letto di Alessandro per dormire con lui, pretendendo che il letto non venisse rifatto quando sarebbe stata ora perché era così comodo…
Durante l’ondata di influenza del 2014, anche Alessandro si è ammalato. E Kimba gli ha tenuto compagnia tutto il tempo, come un compagno fedele dovrebbe fare.
Ma nel settembre 2014, sulla loro felicità si è abbattuta un’ombra scura. Kimba ha iniziato a stare male; perdeva peso, dimagriva, non mangiava e faticava a respirare. Come se fosse stato consapevole che il suo tempo su questa terra stava per finire, voleva dormire sempre con Alessandro. E infatti l’analisi del veterinario non ha lasciato scampo: peritonite infettiva. Non c’è stato modo di liberare il suo torace dal liquido infernale di cui si era riempito.
Kimba è stato addormentato a inizio 2015, mentre Alessandro lo accarezzava dolcemente per l’ultima volta. Ora riposa nel giardino, circondato da fiori.
Sarebbe facile provare rabbia verso chiunque, forse Dio, abbia portato via Kimba. Queste invece sono le parole di Alessandro.
Sono grato a Dio di aver messo sulla mia strada una bestiola così dolce che mi ha regalato momenti di gioia e conforto.