La leggenda dei tre gatti samurai di Kenji Sora: una sfida tra gatto e topo
Che i gatti abbiano un posto speciale nella storia e nel folklore giapponese, è cosa risaputa. Basta, del resto, vedere come i gatti in Giappone “invadano” persino i cappuccini o l’industria della profumeria… solo in Giappone poteva venir prodotto un profumo all’odore di gatto! La venerazione per il gatto ha radici storiche nella terra del Sol Levante, che oggi si intravedono nelle storie del folklore, come ad esempio la leggenda dei tre gatti samurai di Kenji Sora.
C’era una volta, in Giappone, un maestro d’armi eccellente nella sua arte, che trovò però un degno avversario in un topo. L’animale, infatti, aveva preso residenza in casa sua, e non aveva alcuna intenzione di andarsene. Ogni tentativo dell’uomo si era rivelato infruttuoso, così egli decise di rivolgersi a un gatto samurai.
Il gatto selezionato per l’impresa, un gattone nero, entrò nella stanza facendo sfoggio di eccezionali doti acrobatiche; e forse proprio scoprendo subito le proprie capacità diede la possibilità di averla vinta al topo.
Il secondo candidato, un tigrato, tentò di usare la sua forza psichica e il suo sguardo carico di elettricità sul topo; ma, senza farsi impressionare, il topo gettò a terra il gatto.
Intervenne allora una gatta grigia specializzata nel fondersi con le ombre e nel giocare con la psiche del nemico, facendogli credere di essere in netto vantaggio. Neanche questo ingannò il topo, che anzi, rivoltò la tattica contro la gatta stessa.
A questo punto, rimaneva nel quartiere un vecchio gatto, un tempo combattente eccelso ma ormai impigrito, ritiratosi dalla lotta. Nondimeno, accettò l’incarico e si installò in casa del maestro d’armi. Per diverso tempo, trascorse il suo tempo a poltrire senza degnare di uno sguardo il topo, che poco alla volta si convinse che quel vecchio gatto fosse innocuo. Tanto ne era convinto, che un giorno si spinse a camminargli di fronte al muso mentre trasportava alla sua tana un pezzo di formaggio. E fu allora che il gatto, con il pretesto di offrirgli aiuto, mise il topo ko, liberando così la casa del maestro d’armi da quell’inquilino indesiderato.
Se c’è qualcosa che la leggenda dei tre gatti samurai di Kenji Sora, è che l’arma migliore è l’astuzia. E che il rispetto per il nemico, anche quando si rivela più forte di noi, è un dovere morale.