La storia della colonia del cimitero di Brindisi, dal 2012 ad oggi
Questa era in cui viviamo è senza alcun dubbio “l’era della comunicazione”: il modo in cui il mondo è interconnesso rende molto più facile diffondere notizie e appelli. Un vantaggio non da poco per i volontari animalisti, che possiedono molti più mezzi per condividere col mondo intero le situazioni difficili con cui vengono a contatto.
Non solo, quando il mondo giornalistico prende a cuore la causa del volontariato può fare miracoli nel far conoscere una realtà o un’associazione, che ha così molte più chance di ricevere aiuto. Questo articolo racconta la storia della colonia del cimitero di Brindisi come ci è stata raccontata da Antonella Brunetti, responsabile dell’Aidaa Brindisi e angelo custode per quei mici.
Chi segue GcomeGatto ha di certo avuto modo di leggere il nostro articolo in merito alle incursioni dei cani nel cimitero. Purtroppo quello non è l’unico problema a cui deve far fronte la colonia del cimitero di Brindisi.
Questa colonia è nata nel 2012, e da subito si è trovata schierata un fronte compatto di nemici. Diversi cittadini hanno iniziato a manifestare la loro contrarietà sguinzagliando appositamente i loro cani nel cimitero; altri ancora sono ricorsi al veleno. Da subito, purtroppo, più di un membro felino della colonia è caduto vittima di questi attacchi.
Quel che è peggio, l’Aidaa è stata lasciata praticamente sola nel gestire l’emergenza. La verifica di positività alle esce avvelenate è stata eseguita da ambulatori veterinari privati, e non dalla Asl locale come la legge prevederebbe, la quale si è limitata a presentare denuncia per avvelenamento. Per quello che riguarda le incursioni dei cani, anch’esso reato procedibile d’ufficio, i volontari si sono trovati da subito a sorvegliare i cancelli del cimitero, quando sarebbe in teoria compito degli agenti municipali.
Infine, l’amministrazione cimiteriale si è dimostrata inizialmente tutto tranne che collaborativa, spingendosi perfino a gettare i corpi dei gatti deceduti nella spazzatura, senza alcun riguardo per ciò che le leggi prevedono per lo smaltimento dei cadaveri. Il tutto è avvenuto nell’indifferenza delle istituzioni.
Nelle disavventure della colonia del cimitero rientrano anche i progetti di disinfestazione contro gli insetti. Numerose volte l’amministrazione cimiteriale ha optato per l’utilizzo di prodotti nocivi ai gatti, e altrettante l’Aidaa ha puntato i piedi perché la vita dei felini non venisse messa in pericolo. Alla fine, la soluzione di compromesso, raggiunta grazie alla comprensione del direttore del cimitero Giovanni Danese: l’applicazione di procedure di bonifica per eliminare i residui di materiale nocivo.
Cosa che purtroppo non ha impedito a individui senza cuore di piazzare esche avvelenate in più occasioni; ad esempio, l’avvelenamento da metaldeide della primavera 2016 ha mietuto diverse vittime. L’ultima di tali disinfestazioni è avvenuta a marzo 2016.
Fortunatamente, seppur lentamente, la storia della colonia del cimitero di Brindisi sta assumendo tinte più rosee: il direttore del cimitero Giovanni Danese si è rivelato un uomo gentile e disponibile, il Comune ha consentito l’installazione delle mangiatoie per gatti e da qualche mese la Asl locale ha cominciato a effettuare le sterilizzazioni.
In un’occasione, il cimitero chiuso per una pioggia torrenziale è stato aperto ai soli volontari perché potessero nutrire i gatti. Inoltre, è da qualche settimana che non si verificano incursioni canine: questo, certo, non potrà restituire la vita agli oltre 100 gatti vittime di cani dal 2012 ad oggi, ma lascia ben sperare.
Piano piano, l’atteggiamento dei cittadini sembra stare migliorando, forse anche grazie alla cartellonistica che segnala la colonia felina. Un altro segno molto, molto positivo è l’apertura di Pronto soccorso felino a opera della ONG Guardia dell’Ambiente, a cui è allegata una convenzione di 60000 euro l’anno per le spese mediche e alimentari. Andrea Guido, assessore di Lecce, ha sposato la causa degli animali.
Questo non significa, però, che i problemi della colonia felina del cimitero siano risolti. Anzi. Il Comune di Brindisi spesso manca ancora ai suoi doveri, riassunti nell’articolo 13 della legge 833 del 1978, che identifica il Sindaco come massima autorità locale. Questo significa che dovrebbe occuparsi delle colonie feline, cosa che a Brindisi non accade.
Quando le mangiatoie sono state divelte o distrutte in buona parte, non c’è stata alcuna solidarietà dal Comune; inoltre, sebbene il Codice della strada imporrebbe reperibilità e soccorso ad animali incidentati, tali norme non vengono fatte rispettare. Anche alle richieste di applicazione di un adeguato protocollo vaccinale, per ridurre il rischio di epidemie tra i felini, è stato risposto col silenzio. Ed un mese fa, quando la colonia è stata colpita dal calicivirus, un’infezione di ceppo herpetico, il Comune non ha aiutato economicamente l’Aidaa.
Perché la storia della colonia del cimitero di Brindisi abbia un lieto fine è fondamentale l’apporto dei cittadini di tutta Italia, che è ad oggi ancora la fonte di contributi più importante.
Perché mici come la piccola Wudy possano continuare a sgranocchiare wurstel, vivere sereni, e non aver più paura di cani ed esche avvelenate, c’è bisogno di aiuto. La storia della colonia del cimitero di Brindisi è ancora da scrivere, e tutti noi possiamo contribuire a renderla meno cupa.
Questi, per chi ne avesse la possibilità e il desiderio, sono i dati per le donazioni:
I gatti del cimitero di Brindisi ringraziano anticipatamente!