La storia della gatta Mezza Faccina: dall’incidente all’adozione. Una vera favola!
Il randagismo miete vittime ogni giorno, molte di esse invisibili e che mai saranno ricordate nella loro miseria. A volte, però, l’esito è più felice, come dimostra la storia a lieto fine della gattina Lolli (conosciuta anche come “mezza faccina”). Lo scenario è quello di Andria, città della nostrana Puglia, e la nostra Lolli un tempo si chiamava Ermione.
Ogni randagio, nel corso della sua vita, individua punti pappa e porti sicuri, luoghi in cui può prendere un po’ di respiro dai pericoli della strada. Per Ermione, questo luogo era una segheria di Arnia, dove riceveva cibo e qualche coccola. Proprio la segheria, però, è stata causa dell’incidente peggiore della sua vita: un macchinario l’ha ferita e lasciata sfigurata. In verità, senza l’intervento tempestivo dell’Enpa di Barletta e dei bravi veterinari della clinica Andriavet, che si sono occupati di lei, avrebbe potuto anche rimetterci la vita. In effetti, è stato un miracolo perfino che abbia mantenuto la capacità di respirare e nutrirsi autonomamente.
A questo punto, nonostante il sollievo per il buon esito delle cure e dell’intervento, rimaneva un terribile timore: che proprio il suo musetto sfigurato potesse scoraggiare ogni adottante, e Ermione rimanesse sola fino alla fine. A tutti piace il gattino bello, o di razza; non tanti accettano di buon grado i difetti fisici. Eppure, la storia a lieto fine della gattina Lolli dimostra che forse al mondo ci sono meno persone superficiali di quanto ci aspettiamo… perché Ermione è stata adottata e ribattezzata, appunto, Lolli!
Forse, questo ci insegna qualcosa di importante: come razza, possediamo ancora abbastanza empatia da poter avere speranza.