L’ansia da separazione nel gatto, un fenomeno reale
Secondo l’opinione comune, laddove i cani sono animali affezionati, che percepiscono bene l’assenza del loro umano, l’indole dei gatti sarebbe di natura più indipendente e ciò farebbe sì che sentano meno la nostra mancanza rispetto alla loro controparte canina. Nulla potrebbe essere più errato. Non solo i nostri mici si affezionano sinceramente a noi, possono facilmente soffrire di un malessere ben specifico: l’ansia da separazione.
Ci sono, naturalmente, diversi livelli in cui si presenta questo fenomeno. Comunemente fa la sua comparsa quando per qualche ragione ci allontaniamo da casa per un periodo di tempo di una certa misura superiore a quello a cui il gatto abituato; l’occorrenza più comune è sicuramente l’annuale settimana di vacanza.
Qualche volta, però, il gatto può sentire di avere ragione di temere che non torneremo più a casa, o avere l’esigenza di sentirci più vicini.
Qualunque sia il caso, i segnali che indicano ansia da separazione sono i seguenti:
- il gatto miagola quando stiamo per lasciare la stanza o uscire di casa;
- perdita di appetito;
- depressione;
- ansia;
- presenza di pipì fuori dalla lettiera.
Alla lista si possono poi aggiungere segnali più prettamente fisici, come vomito e diarrea.
Non sempre tutti questi sintomi si presentano, e spesso l’ansia da separazione non risulta così evidente in quanto, contrariamente al cane, è difficile che il gatto si prodighi in suoni strazianti durante la nostra assenza attirando l’attenzione dei vicini.
Ciò non significa che l’ansia da separazione non sia reale, e non possa essere un vero trauma per Micio.
Cosa fare, se si teme che il gatto ne sia preda? La cosa migliore è cercare l’aiuto del veterinario, o meglio ancora di un comportamentalista.