L’assassino di gatti di Croydon
La crudeltà sugli animali, per quanto sia una realtà innegabile, tende a essere da alcuni trascurata, in quanto non capita spesso che questo tipo di violenza si guadagni testate di primo piano sui quotidiani. Eppure, tristemente, esiste un individuo che si è guadagnato non solo una fama non indifferente, ma persino una pagina di Wikipedia tutta per lui: ci riferiamo al killer dei gatti di Croydon, cittadina a sud di Londra.
Gli appassionati di moda conosceranno certamente questa cittadina come il luogo natale della modella Kate Moss, ma c’è ben altro oltre questa sua faccia pulita. Nell’area tra Croydon e Londra, in un periodo di tempo imprecisato che va dal 2014, o secondo alcune fonti 2015, fino al presente, sono stati uccisi un totale di circa 50/60 gatti. Altre fonti, va detto, ne riportano “solo” 35.
Il modo in cui i poveri animali vengono uccisi è diventato in un certo senso la firma del killer di Croydon; i gatti vengono ritrovati eviscerati, decapitati e spesso mancanti di parti come la testa o la coda. C’è il sospetto che il responsabile delle uccisioni si porti a casa proprio quelle parti come una sorta di macabro “souvenir”.
Alcune delle vittime del killer hanno un nome e un volto.
Il siamese Ykiyo è stato “riconsegnato” non lontano da quella che era la sua casa dopo l’orribile atto, così come la tartarugata Amber.
Tra le altre sfortunate vittime si annoverano Missy, Barney e Leo.
La polizia ha preso in mano la faccenda già da diverso tempo. La speranza, ora, è che proprio Amber possa essere la chiave per scovare il responsabile; la micia tartarugata, infatti, non amava affatto essere presa in braccio ed è possibile sia rimasto del dna utile sotto le unghie feline.
Naturalmente le associazioni animaliste non sono rimaste con le mani in mano. La Peta ha offerto 5000 Sterline, l’equivalente di circa 6300 Euro, a chiunque porti informazioni significative; la RSPCA ha esortato i proprietari di animali a tenere in casa i loro gatti. Non che questo abbia fermato il killer di Croydon dall’uccidere, perché in un paio di occasioni sono state trovate anche volpi andate incontro alla morte, con lo stesso modus operandi.
Nel corso del tempo, il killer ha cambiato area diverse volte, per quanto non sembri colpire mai troppo lontano da Londra. Così facendo, tuttavia, getta nel terrore centinaia di famiglie.
Il timore è anche che, presto o tardi, il killer cambi bersagli e passi direttamente alle persone.
L’ultima vittima ad oggi parrebbe risalire, stando alle notizie trovate su Google, ad aprile. Forse che l’incubo per la zona di Londra e i mici che la abitano sia finito?