Le vostre storie – Jerry, il piccolo guerriero
È convinzione fin troppo diffusa che un animale con una disabilità, anche minima, sia un animale spacciato, che non si godrà la vita quanto un collega “integro” o persino dovrà essere assistito dagli umani nelle operazioni più basiche e per questo vivrà nella vergogna. In altre parole, sarà sempre un “diverso”. Tante storie a lieto fine, come quella di WBC, fanno capire come un gatto cieco, a tre zampe o persino un gatto costretto al pannolino possiedano la stessa vivacità e voglia di vivere di un gatto sano, ma noi lo ripetiamo: un gatto cieco, senza un occhio, senza una zampa o sordo non sono animali condannati all’eutanasia.
A ulteriore dimostrazione, vi portiamo la storia del piccolo Jerry. A raccontarcela è stata la nostra aMicia Silvia: a lei dobbiamo il poter essere in grado, oggi, di raccontare di questo piccolo guerriero dal pelo rosso.
Un pomeriggio di giugno Silvia ha incontrato Jerry. Al tempo il povero Jerry aveva circa due mesi, e non si trovava nelle condizioni migliori: lasciato alla mercé della strada da un umano, senza cuore, o in seguito alla morte della sua mamma (non lo sapremo mai), era indebolito, malato e vittima di una congiuntivite che gli aveva ingrossato un occhio a dismisura. Il veterinario gli aveva inoltre diagnosticato un herpes virus.
( Cliccate sulle foto per ingrandirle)
Grazie all’amore di Silvia e alle cure del veterinario Jerry ha iniziato lentamente a tornare in salute; il suo occhio, purtroppo, non accennava però a migliorare, continuando a ingrossarsi. Queste foto che vedete risalgono a circa un mese dopo il suo salvataggio, e come potrete notare soprattutto nella foto a sinistra la situazione peggiorava. Al punto che Jerry, a causa di questa congiuntivite tanto aggravatasi, faceva fatica persino a lavarsi e pulirsi da sé senza procurarsi fastidio: questa la ragione della presenza del collare elisabettiano.
Restava una sola sola opzione: l’enucleazione. L’occhio malato di Jerry, ormai compromesso senza via di ritorno, è stato rimosso a settembre. Questo piccolo guerriero, dopo aver combattuto contro l’eredità di malattia che la vita di strada gli aveva lasciato, ha affrontato coraggiosamente anche questa sfida.
E l’ha vinta.
Queste ultime foto si commenterebbero anche da sole, ma vogliamo, su queste note finali, lasciare voce a Silvia, colei che ha reso possibile questo miracolo:
Dopo mesi di sofferenza l’incubo è finito e quel gattino che un tempo era fragile e malato è diventato un bellissimo gattone di 6 mesi, giocoso e pieno d’amore. Sarà sempre diverso dagli altri gatti ma la diversità è ciò che lo rende speciale.
Come tutti potete vedere, Jerry non è un gatto sofferente o triste. Gioca come tanti suoi simili, si muove come tanti suoi simili. E’ diverso, sì, come dice Silvia, perché porta addosso le cicatrici della sua disavventura. Ma è appunto una diversità che lo rende speciale, e non certo debole, triste o meno “dotato” rispetto a un simile in possesso di entrambi gli occhi.
Per vedere qualcosa di speciale nella diversità ci vuole solo un ingrediente: l’amore.
Avete anche voi una storia da raccontare? Vi occupate di una colonia e volete renderci partecipi delle vostre difficoltà e/o chiedere aiuto? Scriveteci a storie@ilblogdigcomegatto.it! Nei nostri articoli, ci sarà spazio anche per voi.