Le vostre storie – Mussy, guerriero felino coraggioso
Non tutti i gatti sono uguali. Si tratta di una verità non scontata, giacché tra chi non li conosce bene c’è chi si aspetta che siano tutti felini con la puzza sotto il naso e chi resta stupito di fronte a un gatto refrattario alle coccole. Più spesso che non, poi, si accusa i gatti di sostanziale freddezza verso i sentimenti e li si considera inattaccabili da qualsiasi trauma.
Nulla di più sbagliato.
Chi parla così, non ha certo mai visto un gatto reduce da una lunga vita in strada o una violenza. Chi i gatti li conosce, di contro, considera una vera vittoria conquistarsi l’amore di un animale diffidente; Luciana, una nostra lettrice che ci legge da Abbasanta (Oristano), ci è riuscita a piena voti con il suo Mussy. E ci ha raccontato la storia di come Mussy, guerriero felino coraggioso, è tornato da lei affrontando terribili avversità.
Mussy si è presentato nel cortile della famiglia di Luciana a soli tre mesi di vita. Era solo, affamato, e a giudicare dalla sua diffidenza forse disperato, per essersi rivolto a degli esseri umani. Luciana, senza chiedere nulla al piccino, ha iniziato a lasciare all’esterno un po’ di pappa ogni giorno; e ogni volta che lo vedeva gli parlava dalla finestra. Così, a piccoli passi, il guardingo randagio ha ceduto a quelle tenere, gentili attenzioni, e un giorno si è lasciato persino toccare. Ovviamente, una volta preso possesso della casa, ne è diventato il padrone.
Nonostante quella svolta di vita, Mussy è rimasto un gatto estremamente schivo, spaventato dalla macchine e dalle persone che non fossero la sua famiglia. Un vagabondo nell’animo, amava gironzolare libero e rientrare in casa a piacere; qualche volta spinto anche dagli istinti dell’accoppiamento non essendo castrato.
Una decisione, quella di non castrarlo, di cui Luciana si è pentita amaramente quando Mussy aveva tre anni. Un giorno, infatti, lui non è tornato a casa; e così neanche il secondo o il terzo giorno di vagabondaggio.
Sono trascorsi giorni di terrore e disperazione, in cui Luciana e la sua famiglia hanno temuto il peggio. In lungo e in largo lo hanno cercato, svegliandosi persino di notte per l’ansia sperando, al minimo rumore, che Mussy fosse tornato. 15 giorni dopo, si stavano ormai rassegnando ad averlo perso.
Ma la sorte aveva evidentemente altri piani, perché non solo ha protetto Mussy ma lo ha anche riportato a casa! Una mattina Luciana e sua figlia si trovavano in un negozio sul corso, dove alle loro orecchie è giunto un flebile suono: un miagolio. Spinte dal buon cuore, temendo si trattasse di un randagio in difficoltà, ne hanno individuato lo sguardo spaurito sotto uno scaffale. Luciana lo ha chiamato e Mussy, riconoscendo il timbro vocale della sua umana, le si è precipitato tra le braccia.
Quello che è straordinario è che Mussy, guerriero felino coraggioso, nonostante il suo terrore delle persone e delle auto, si sia spinto fino al centro del paese pur di tornare a casa. Un gesto che ha commosso Luciana, come è evidente da queste sue parole:
Vincere la paura per venire da me, dopo che ha sentito la mia voce, per lui era una cosa enorme… Però l’ha fatto, questo ci dice quanto amore provava per noi.
Purtroppo Mussy, un anno dopo la sua disavventura, tre anni fa, è morto a causa di una malattia; ma Luciana e la sua famiglia lo ricordano ancora con amore. E quello che è encomiabile, è che non si sono lasciati fermare dal dolore e hanno adottato un’altra randagia.