Le vostre storie – Per la mia Anìs
Questa volta a contattarci sulla nostra mail di Storie è stata una lettrice che ha recentemente perso la sua gattina, adottata meno di tre mesi fa, per via di un tumore fulminante con infiltrazione ai reni. Sappiamo bene che non esistono ricette facili contro il lutto. Quello in cui lei spera è che sfogare il dolore con la penna le sia di aiuto. Così, ha scelto di inviare una lettera direttamente al Ponte dell’Arcobaleno, aprendo il cuore a una quattrozampe andata via troppo presto. Eccovela: la nostra lettrice l’ha intitolata Per la mia Anìs.
Cara Anìs,
abbiamo avuto un inizio burrascoso, io e te. Per quanto tu fossi dolce con me, all’inizio sembravi odiare con vera passione i tuoi due nuovi fratelli.
Per diverso tempo, hai espresso fastidio nell’averli intorno.
Non voglio mentire. Mi aspettavo un gatto socievole e tranquillo e, sebbene fossi consapevole che ogni felino può avere una diversa reazione in una nuova situazione,
nel mio modo fallace e del tutto umano all’inizio ho provato un certo risentimento.
Sembrava così ingiusto tenere i miei ragazzi confinati, guardare Joy cercava di fare lentamente amicizia con te e veniva accolto con disdegno, vedere Silverio che ti guardava con sospetto.
Ma sapevo anche che avevi un animo gentile e che sotto tutti quei ringhi e soffi eri solo spaventata.
Così ho deciso. Eri parte della famiglia e come tale ti avrei trattato.
A poco a poco, passo dopo passo, hai iniziato a rilassarti. A sentirti a casa. Il tuo ringhio era diventato un miagolio contrariato, ogni volta che i ragazzi erano troppo curiosi. Stanza dopo stanza, avevi conquistato la casa. Sapevo che stavo per vincere la mia battaglia quando ti ho sorpresa a fare naso naso con un Joy trionfante.
Però, eri anche diventata più magra e un po’ pigra. Non ci ho fatto caso. Il caldo fa questo effetto ai gatti, soprattutto a quelli anziani. E le tue analisi recenti erano perfette.
Forse ero troppo felice nel vederti finalmente a tuo agio per darci importanza. Era troppo bello averti seduta accanto a me e fare le fusa.
Avevo dimenticato che a volte i gatti fanno le fusa per affrontare il dolore.
Non saprò mai da quanto tempo quel mostro si nascondeva nella tua milza. Forse pochi giorni non avrebbero cambiato nulla.
Non posso fare a meno di chiedermelo. Non sono sicura di avere il coraggio di domandarlo al veterinario.
Quell’ultima terribile notte, lo stesso giorno in cui mi dissero che ti restava al massimo una settimana, mi hai stretto il dito con la zampa un’ultima volta. Eri sdraiata sul pavimento, rilassato.
Poi, il dolore ti ha reclamata. Tutto quello che potevo fare per te era fermarlo una volta per tutte.
Mi perdonerai per non aver notato prima che stavi male?
Mi dispiace di essermi risentita con te all’inizio. Gli esseri umani sono un disastro, anche i migliori di noi.
Saresti stata più felice in casa di qualcun altro, come gatta singola?
Forse.
Anche se la mia casa non era ideale per te, spero che tu ti sia sentita a casa quando è arrivato il momento di fare le valigie per il tuo ultimo viaggio.
Anche se abbiamo avuto solo tre mesi insieme e non sei mai arrivata a dormire sul letto con me e i tuoi fratelli. Avrei voluto succedesse almeno una volta.
Mi manchi. Ti ho adottata per offrire una casa e una famiglia a una gatta che ne aveva bisogno. Non avevo idea di quanto davvero ne avessi necessità, e quanto poco tempo per goderne.
Anche a Joy manchi. A volte dorme dove dormivi tu. Annusa la tua cuccia. Siamo in lutto insieme, io e lui.
Oggi ho pulito casa. I tuoi ciuffi di muta sono spariti, ma avrai sempre un posto nel mio cuore e nella mia memoria.
17/05/2012 – 12/08/2024
Per la mia Anìs
Forse, qualche volta, il nostro ruolo è questo: dare quel pizzico di felicità prima che sia tempo di volare via per il micio che ha incrociato il nostro sguardo.