Lettera di un gatto: attraverso una volontaria, parla un ex gatto randagio

Il volontariato animalista non è una strada adatta a tutti, bisogna ammetterlo e farlo con franchezza. Il volontario è, o dovrebbe essere, una persona pronta a soccorrere le creature viventi bisognose di aiuto, prendendo il rischio di vedersele morire tra le braccia; ad amare con tutto il cuore gli animali che riesce a mettere in salvo, per poi allentare in parte quel legame quando un adottante nobile d’animo arriva a portarli a casa con sé. Spesso dopo aver aspettato con pazienza di incontrare quello giusto. Una strada, insomma, più che scoscesa. Il volontario diventa però così la persona più adatta a interpretare ciò che frulla nel cervello felino.
Il testo che segue è nato dalla penna di Claudia Casu che l’ha scritto per il suo gatto Ami. Vi presentiamo “Lettera di un gatto. Del mio. Del tuo. Del vostro. Del nostro.

Lettera di un gatto. Del mio. Del tuo. Del vostro.

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Sai anche io sono stato bambino.
Sai, anche io ho avuto una mamma e dio solo sa come era bella. Me la immagino bianca con una lunga coda color miele, lunghi baffetti sul musetto e due occhi verdi come il mare.. Come i miei!
Sai anche io sono inciampato sulle mie zampine rincorrendo le farfalle. Ero cosi buffo! E anche io sono stato cullato dalle fusa di mia mamma. 
Lei era lì quando mi è caduto il primo dentino.. Era lì quando mi mettevo nei guai. E lei era lì quando ha dovuto dirmi addio.
Si, tu non mi hai visto ma anche io sono stato bambino.
Poi non so cosa sia successo. Poi ho dovuto affrontare il mondo da solo. Poi sono cresciuto e ho perso il bambino dentro me.
Sono diventato l’ombra di me stesso.
Quel bambino, è diventato uno fra tanti.
Per anni ho rotto le buste della spazzatura. Per anni ho dormito sotto la pioggia.
Per anni ho sentito sempre la stessa frase ‘non dargli da mangiare, perché poi si abitua e viene sempre qui. E poi porta malattie’.
Ma io non volevo abituarmi. Io volevo solo smettere di avere fame. Volevo solo vivere.
Ho vagabondato a lungo senza mai fermarmi. Ho conosciuto la cattiveria, la fame, la sete, il freddo, la solitudine.. Ho conosciuto ciò che mi stava uccidendo..prima di arrivare da te.
Tu mi hai preso per mano, mi hai portato in un sogno. Mi hai portato in un posto magico dove non esiste dolore. Dove esiste la sicurezza di essere tutto per qualcuno.
E non importa se tu pensi sempre di non fare abbastanza. Non importa se a volte litighiamo perché non prendo le medicine.
Non importa se a volte sei stanca e non mi parli. Non importa se pensi di non essere all’altezza. Non mi importa nulla perchè tu sei il mio tutto. Perché tu mi hai salvato. Perchè tu come nessuno prima, ha creduto in me. Perché tu ci sei sempre e comunque.
Ora forse ho 13 anni.. Ed è vero che i primi 10 li ho vissuti nell’ombra. Ma io da due anni ho una nuova vita. Da due anni io ho ritrovato il bambino che tanto avevo cercato.
E adesso si, sono sempre solo un gatto. Ma sono il tuo gatto e spero questo ti basti per essere felice.

Ami, la storia di un gatto. La storia di tutti. 

lettera di un gatto

In foto: Ami, il gatto che ha ispirato Claudia

Questa è la fotografia che, nel post originale, accompagna “Lettera di un gatto”.

Noi non conosciamo Claudia, ma ci è sembrato che “Lettera di un gatto” meritasse uno spazio. E speriamo piaccia anche a voi.

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