L’India chiuse le riserve ai turisti per tutelare le tigri, in epoca CoVid
Sebbene non sia stato eradicato, il CoVid ormai fa sempre meno paura. Il diffondersi di varianti più blande e i vaccini hanno fatto sentire al sicuro i più, che ora hanno ripreso una vita quasi normale. Noi, però, vogliamo fare un salto indietro nel tempo, per narrarvi un esempio di virtù proveniente dall’altra parte del globo: in epoca CoVid, l’India chiuse le riserve ai turisti per tutelare le tigri.
L’India ha un rapporto particolare con le tigri. Questo paese ospita infatti la stragrande maggioranza degli esemplari, ormai purtroppo pochi, liberi in natura. Così, quando allo zoo di Chennai una leonessa risultata positiva è purtroppo deceduta, la “National Tiger Conservation Authority” del Ministero dell’Ambiente ha preso una decisione storica: è stato interdetto l’accesso alle riserve naturali a qualsiasi visitatore.
E comprensibilmente, visto che all’Arignar Anna Zoological Park nove i leoni asiatici (Panthera leo persica) sono risultati positivi; tra di essi la leonessa di 9 anni Neela è morta. Il decesso non è, è vero, riconducibile con certezza al CoVid, ma se l’ipotesi fosse confermata significherebbe che tigri e leoni si sono dimostrati particolarmente vulnerabili alla malattia. E, considerando il loro precario stato di conservazione, il governo indiano non ha voluto rischiare. Non solo, chi potrebbe garantire le cure necessarie agli esemplari liberi in natura?
L’India chiuse le riserve ai turisti per tutelare le tigri, quindi, e secondo noi questo atto richiede coraggio. Significa rinunciare, per un periodo ignoto, a parte dei proventi del turismo, in favore del benessere degli animali. Come dicono in Francia, chapeau!