Mefisto, 17 anni di… religiose malefatte
Ogni gatto possiede le sue personali particolarità. Alcuni loro comportamenti ci sono ancora oscuri e di difficile comprensione. E assieme a noi, anche il signor Gabriel continuerà a chiedersi cosa il suo Mefisto trovasse di tanto affascinante nei luoghi religiosi.
Già dal suo arrivo sull’isola, Mefisto si è presentato come un misterioso batuffolo grigio, peloso e soffice, dagli occhi verdi e furbi. Sì, perché nessuno sa come ci sia arrivato: era inverno, con tanto lago con acqua gelata, e i barcaioli del monastero hanno negato di averlo trasportato. La sua presenza non poteva essere imputata neanche ai turisti, perché nessuno era venuto a visitare l’isola in quel periodo dell’anno. E Mefisto, ignaro delle congetture a cui aveva dato inizio, si è limitato a entrare senza cerimonie, senza chiedere, nella prima casa che gli si è aperta. Quella di Gabriel.
Quella sua aria principesca, sicura di sé fino al dispotismo, Mefisto non ha fatto altro che confermarla. Era il signore dei gatti della casa, il primo a mangiare e colui che ricorreva alla violenza con chi osasse contraddirlo; ninnoli e penne sui tavoli erano suoi da buttare a terra; e la rondine accudita nella stanza chiusa al secondo piano in attesa che potesse tornare a volare tra le sue grinfie ha incontrato un triste fato. Era bello, però, e si sistemava di proposito sul muretto aspettando i complimenti dei passanti.
Ma, lo abbiamo già detto, la passione di Mefisto erano i luoghi religiosi. Come il campanile del monastero, dove si è nascosto in un’occasione e da cui non riusciva a scendere, tanto che per recuperarlo Gabriel ha dovuto appoggiarsi a un’antica ringhiera e sporgersi, facendosi sostenere da una suora per non cadere di sotto. O come la basilica, da cui è stato recuperato nel bel mezzo della notte, con malcontento delle suore, per paura che facesse scattare l’allarme; ovviamente ha fatto penare per un po’ la “squadra di ricerca” prima di uscire da dietro l’organo.
Forse, ora che non c’è più, Mefisto potrà aggirarsi per monasteri e basiliche senza il timore di allarmi. Noi, ringraziando LaStampa.it, dove è stata narrata originariamente la storia, auguriamo a questo micione buon ponte.