Mino, gatto ucciso dalla crudeltà umana. Accade a Udine.
Non c’è bisogno di fare esempi di alcun tipo, quando si parla di crudeltà verso gli animali. Anzi, rievocare alla mente storie persino truculente, in cui a rimetterci la vita è stato un essere innocente che aveva la sola colpa di non appartenere alla razza umana, fa soltanto male. Non molto differente è la storia di Mino, gatto ucciso dalla crudeltà umana.
Questa è la foto che Valentino Roiatti, l’umano di Mino, ha postato qualche tempo fa sulla pagina Facebook.
Valentino Roiatti è colui che viene definito un gattaro, una persona che si prende cura di gatti randagi offrendo loro cibo e cure. Accoglie gatti feriti come mamme gravide, e si prende cura di loro finché non trova per loro una nuova sistemazione. Alcuni, come Mino, scelgono di restare con lui, la persona che li ha salvati.
Stando al periodico Messaggero Veneto, sezione di Udine, ai condomini non piace quel via vai di gatti, e già in altre occasioni hanno manifestato scontento ed espresso diverse lamentele.
Il 13 luglio 2016, il giorno in cui Mino è morto, lui e altri mici curati da Roiatti si aggiravano all’interno e nei pressi del furgone proprietà di un condomino settantenne, per qualche tempo anche amministratore di condominio. Quando l’uomo ha richiuso la portiera, per Mino era troppo tardi. Mino, infatti, è rimasto schiacciato in mezzo e nulla è servito a salvarlo.
Ora, Valentino Roiatti chiede giustizia per Mino, gatto ucciso dalla crudeltà umana.
Ciò che differenzia questa vicenda da altre, è che il settantenne colpevole dell’orrendo gesto non si è limitato a restare in silenzio.
L’uomo, infatti, ammette di non essere un appassionato di gatti e animali in genere, ma giura e spergiura che la morte del povero Mino è stata un’incidente e che, anzi, ne è molto dispiaciuto.
Roiatti ribatte che questo non è che il più recente e più violento incidente verificatosi ai danni dei suoi mici.
Che il gesto sia stato intenzionale o no, per quanto certamente il colpevole avrebbe potuto porre più attenzione se davvero di incidente si tratta, una cosa è certa: il danno emotivo subito da Roiatti è reale, e la legge italiana riconosce il danno morale. Si può solo sperare che esso venga riconosciuto, con le conseguenze del caso.