Niente pizza da Sorbillo per chi indossa la pelliccia: l’iniziativa napoletana
Vendere un’idea non è facile, lo sa bene chi si occupa di pubblicità a livello professionale. Convincere il “pubblico”, tuttavia, non è solo interesse degli esperti di marketing impiegati da un’azienda, bensì anche di chi, spinto da impulsi morali, desidera diffondere una certa ideologia; è il caso ad esempio degli animalisti, che altro non vorrebbero che permeare di pietà verso i nostri amici a quattro zampe più animi possibili. Operazione che riesce senza dubbio più facile avendo il sostegno di nomi importanti.
E in effetti, questi non mancano. Dopo il bar Arengo di Monza, anche la famosa pizzeria napoletana di Gino Sorbillo scende in campo. Il risultato? Niente pizza da Sorbillo per chi indossa la pelliccia.
A sostegno degli animalisti, che da anni denunciano la moria di animali in nome della moda e della necessità di alcuni di indossare un capo per puro vizio, quando sono disponibili da tempo pellicce sintetiche affatto inferiori in termini di bellezza e qualità a quelle figlie della mattanza.
Gino Sorbillo gioca sicuramente sulla propria fama internazionale, e senza dubbio è piuttosto convinto grazie ad essa di non rimetterci in clientela e guadagni. L’iniziativa è, questo è innegabile, non solo lodevole ma anche pensata in modo intelligente; fatto riconosciuto dal consigliere campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che l’ha definita, stando a IlMattino.it, “un segnale di attenzione verso i diritti degli animali che ci auguriamo possa essere seguito anche da altri ristoratori”.
Non sono mancate, nonostante tutto anche critiche… arrivate nientemeno che da alcuni animalisti, vegani e vegetariani, i quali sui media digitali in diversi commenti agli articoli sull’argomento hanno provocatoriamente domandato se anche la pizza, per coerenza, fosse priva di ingredienti animali. Un atteggiamento che chi scrive questo articolo considera ideologicamente sensato, in quanto la domanda ha una sua ottica, ma anche sintomo di poca consapevolezza di quanto la dichiarazione “niente pizza da Sorbillo per chi indossa la pelliccia” possa aiutare la causa animalista.