I nomi sulle etichette che nascondono pellicce di cani e gatti

Sapete cosa indossate? Purtroppo in alcuni casi no.
Una realtà disgustosa si nasconde dietro i pellicciotti utilizzati per i cappucci dei giubbini. Realtà che gli amici di Shint ci hanno aiutato a scoprire. Sebbene in Italia esista una legge che lo vieta, per la precisione quella del 21/12/2001, nel nostro paese vengono commercializzati capi di abbigliamento contenenti pellicce di cani e gatti. E’ doveroso precisare, per correttezza di informazione, che quando si parla di cane e gatto, si intendono anche specie diverse dai nostri amici pelosi domestici; non appartengono, cioè, alla stessa famiglia del canis familias e del felis catus. Questo discorso vale per l’Italia, che in qualche modo ha provato a regolamentarne il commercio (anche se non si può mai essere sicuri di niente), ma non vale, ad esempio, per molti paesi asiatici. In Asia, infatti, la carne di cane e gatto viene consumata regolarmente e le loro pellicce utilizzate dai conciatori per confezionare capi di abbigliamento. E’ proprio di questi giorni la notizia dei 1000 gatti salvati dal macello in Cina.
E’ stato, inoltre, recentemente scoperto che in Asia utilizzano le pelli dei cani (ossia gli scarti del macello) per confezionare guanti ed altri articoli di pelletteria.
Impariamo, allora, a valutare quello che acquistiamo analizzando per bene l’etichetta:

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Il mio personalissimo consiglio è quello di non acquistare capi di pelle e abbigliamento con inserti pelosi; in questo modo andiamo sul sicuro e non alimentiamo un’industria disgustosa. Anche perchè, nessuno ci garantisce che nei nomi riportati sulle etichette non si nasconda davvero un cane o un gatto domestico.