Perché i gatti cadono sempre sulle zampe: mito o realtà scientifica?
Tra le molte meraviglie del mondo animale, una delle più affascinanti è la straordinaria abilità dei gatti di cadere quasi sempre sulle zampe. Questo fenomeno ha affascinato l’uomo per secoli, tanto da diventare un luogo comune: “I gatti cadono sempre in piedi”. Ma qual è la verità scientifica dietro questa credenza?
È davvero possibile che un gatto si salvi sempre, indipendentemente dall’altezza della caduta? Scopriamo insieme i dettagli di questo fenomeno e se ci sono eccezioni.
Indice degli argomenti:
La biomeccanica della caduta felina
La capacità dei gatti di atterrare sulle zampe è legata a una serie di caratteristiche anatomiche e neurologiche che fanno di loro degli acrobati nati. Il meccanismo che consente loro di “raddrizzarsi” durante una caduta è chiamato riflesso di raddrizzamento. Questo riflesso entra in gioco non appena un gatto si trova a testa in giù. Ecco come funziona:
- Equilibrio innato: i gatti hanno un sistema vestibolare, che è situato nell’orecchio interno, altamente sviluppato. Questo sistema permette loro di percepire rapidamente l’orientamento del corpo nello spazio. Quando il gatto si rende conto di essere a pancia in su, il riflesso di raddrizzamento si attiva.
- Movimento della colonna vertebrale: la colonna vertebrale dei gatti è particolarmente flessibile. Quindi, come prima cosa, l’animale ruota completamente la testa in modo tale che gli occhi si trovino a guardare verso il basso, in seguito avvicina le zampe anteriori al muso per proteggerlo da un eventuale impatto. Successivamente, a ruotare, è la parte alta della spina dorsale, che si mette così, in asse con il capo, e infine piega anche le zampe posteriori in modo che i quattro arti siano pronti a toccare terra.
- Distribuzione del peso: dopo questa serie di movimenti, quando finalmente sta per toccare terra, distende completamente le zampe e inarca la schiena per ridurre la forza dell’impatto. Inoltre, la corporatura relativamente leggera rispetto alla superficie corporea aiuta a rallentare la caduta. Le zampe fungono quindi da ammortizzatori naturali.
- Assenza di clavicola: I gatti non hanno una clavicola rigida come quella umana, il che consente un’ampia libertà di movimento nella parte anteriore del corpo, rendendo più facile il raddrizzamento durante una caduta.
Da quale altezza un gatto riesce a raddrizzarsi?
Una domanda che molti si pongono è se un gatto riesca a raddrizzarsi indipendentemente dall’altezza della caduta. La risposta è: “dipende dall’altezza della caduta”.
Se un gatto cade da una bassa altezza, come da un tavolo o una sedia, potrebbe non avere abbastanza tempo per attivare il riflesso di raddrizzamento. In questo caso, la velocità con cui raggiunge il suolo può superare la capacità del corpo di raddrizzarsi in tempo. Questo potrebbe portare a cadute più problematiche, anche se solitamente senza gravi conseguenze.
Quando un gatto cade da un’altezza media, come un secondo o terzo piano (circa 3-9 metri), ha il tempo necessario per attivare il riflesso di raddrizzamento, che gli permette di ruotare il corpo e posizionarsi per atterrare sulle zampe. Tuttavia, nonostante riesca a raddrizzarsi, l’impatto con il suolo può essere ancora abbastanza forte da causare lesioni. L’altezza media è critica perché:
- Il gatto cade con una velocità significativa, ma non ha ancora raggiunto la velocità terminale, il punto in cui la resistenza dell’aria controbilancia l’accelerazione dovuta alla gravità, rallentando la caduta. Di conseguenza, l’animale impatta il suolo con forza considerevole.
- In queste situazioni, il riflesso del raddrizzamento è attivo, ma l’altezza non è sufficiente per permettergli di distendere completamente il corpo e assorbire l’impatto in modo ottimale. I gatti che cadono da altezze medie possono subire lesioni come fratture delle zampe, della mandibola o danni interni.
I gatti che cadono da grandi altezze, come un sesto o settimo piano (oltre 20 metri), possono a volte riportare meno danni rispetto a quelli che cadono da altezze medie. Questo fenomeno, noto come sindrome del grattacielo, si verifica perché il gatto raggiunge la velocità terminale, ovvero una velocità massima di caduta, intorno ai 60-100 km/h, che non aumenta ulteriormente a causa della resistenza dell’aria.
Quando il gatto raggiunge la velocità terminale, ha più tempo per adattare la propria posizione, riuscendo a distendere completamente il corpo. In questa fase, i gatti tendono a “rilassarsi” in volo, distendendo tutte e quattro le zampe come se fossero un paracadute, il che aiuta a ridurre la velocità e a distribuire l’impatto su una superficie maggiore. Tuttavia:
- L’impatto rimane comunque rischioso: Nonostante la capacità di raddrizzarsi e ridurre l’intensità dell’impatto, i gatti che cadono da grandi altezze possono subire lesioni gravi, come fratture multiple, danni interni o traumi cranici. La velocità terminale non elimina completamente i rischi.
- Non tutti i gatti sopravvivono a cadute così elevate: Sebbene alcuni possano cavarsela senza lesioni gravi o mortali, molti gatti che cadono da altezze superiori al sesto piano possono comunque subire ferite fatali, soprattutto se atterrano su superfici dure.
In definitiva, la capacità dei gatti di atterrare sulle zampe e ridurre l’impatto non è una garanzia di sicurezza assoluta, soprattutto quando si tratta di cadute da altezze significative. La prevenzione rimane fondamentale per evitare incidenti.
Esistono limiti al riflesso di raddrizzamento?
Nonostante l’impressionante abilità dei gatti di raddrizzarsi durante una caduta, ci sono delle situazioni in cui questo riflesso potrebbe non essere sufficiente per garantire un atterraggio sicuro.
- Età: i gatti anziani potrebbero non avere la stessa agilità di uno giovane. La riduzione della flessibilità e la diminuzione dei riflessi potrebbero compromettere la loro capacità di raddrizzarsi in tempo.
- Condizioni di salute: malattie o infortuni pregressi potrebbero impedire a un gatto di attivare correttamente il riflesso di raddrizzamento.
- Peso: un gatto in sovrappeso potrebbe avere difficoltà a distribuire correttamente il proprio peso durante una caduta, aumentando il rischio di lesioni. Il peso eccessivo può inoltre rallentare la rotazione del corpo, rendendo più difficile il raddrizzamento completo.
- Superfici di atterraggio: anche se un gatto riesce a raddrizzarsi correttamente, la superficie su cui atterra gioca un ruolo cruciale. Una superficie dura come il cemento o il pavimento può causare lesioni gravi, anche se il gatto riesce a cadere sulle zampe. Viceversa, una superficie morbida come erba o tappeti potrebbe attutire l’impatto, riducendo il rischio di traumi.
Mito sfatato: i gatti cadono sempre in piedi?
Nonostante la notevole abilità di raddrizzarsi durante una caduta, non è corretto dire che i gatti cadano sempre sulle zampe. Come abbiamo visto, fattori come l’altezza della caduta, la salute del gatto, la sua età e il contesto della caduta possono influire. Sebbene sia una capacità straordinaria, non è infallibile. Il proverbio si basa su una verità scientifica, ma esistono numerose eccezioni che possono rendere una caduta pericolosa anche per il più agile dei felini.