Picchiato per salvare il suo gatto da dei ragazzini: è la storia di un anziano
La vicenda di cronaca che stiamo per narrare è delicata sotto molti punti di vista. Quello umano, perché parla dell’assenza di quel cuore e quella gentilezza considerati attributi dell’umanità. Quello dell’educazione, in quanto se le nuove generazioni si permettono atteggiamenti tanto scabrosi c’è una falla nel modo in cui vengono cresciuti. E non ultimo, quello della sensibilità che i nostri lettori posseggono. È una storia a lieto fine, che però resta dolceamara. Un anziano, il signor Francesco A., è stato picchiato per salvare il suo gatto da dei ragazzini.
Il signor Francesco vive a Tellaro, frazione di Lerici, città in provincia di La Spezia, ed è abituato a concedersi un piccolo piacere giornaliero. Una breve passeggiata serale, in compagnia dei suoi compagni di vita: il suo cane e il suo gatto. E proprio in una di queste occasioni, ha ricevuto una delle sorprese più amare della sua esistenza.
Ecco il suo resoconto, come è riportato anche da “LaStampa.it“.
Sono uscito come ogni sera, con il mio cane e con il gatto. Una piccola passeggiata sotto casa. Rientrando, il gatto s’è attardato. Lo fa sempre. Sento dietro di me dei rumori, delle urla. Mi giro, c’è un gruppo di ragazzini.Uno rincorre il gatto, per prenderlo a calci. Gli grido di smetterla. Mi raggiunge e mi colpisce con violenza, con la testa, dritto al viso.
Un dolore immenso. E quanta amarezza.
Trovarsi in balia di un ragazzino violento che ti fa così tanto male senza un perché.
Picchiato per salvare il suo gatto da dei ragazzini, e finito in ospedale. Questa è la sorte toccata a un uomo di buon cuore, con cui la vita dovrebbe essere più gentile.
I risultati di questo gesto, già pesante per una persona in salute e in giovane età, sembrano gridare dal volto del sig. Azzarini.
Di storie di gioventù violenta se ne sentono, e se ne sono sempre sentite, davvero tante. Il problema della violenza giovanile non è nuovo, ma forse lo è questo tipo di movente. Cosa ci si guadagna dal fare violenza a un animale e alzare le mani su chi altra colpa non ha che di aver chiesto un po’ di umanità?
Il sig. Azzarini può contare sulla compassione dei concittadini. Molti, nello spezzino, ricordano la sua storica enoteca, il suo B&b, nonché il suo volontariato sociale. Non si può, però, chiudere questa vicenda su una nota compassionevole. Serve riflessione, serve autocritica, serve chiedersi come si è arrivati a essere testimoni di questi orrori.
Il gatto tanto amato, pare, stia bene, grazie al coraggio di chi gli vuole bene. Non si può purtroppo dire lo stesso del tessuto sociale della nostra società.