Provincia di Torino: 28 cani e 4 gatti segregati al buio… e una sentenza vergognosa

Nel 2012 in un piccolo scantinato di Pont Cavanese (Torino) sono stati ritrovati 28 cani e 4 gatti segregati al buio; il proprietario della cantina, tale M.G.L. è stato condannato nel mese di giugno 2015 a un mese di carcere e al pagamento delle spese processuali.

Uno dei gatti tratti in salvo

Uno dei gatti tratti in salvo

La storia di questo abuso animale inizia appunto anni fa, attorno al 2012, quando il Corpo Forestale dello Stato fece quella macabra scoperta grazie a una denuncia presentata alla procura d’Ivre da diversi residenti della zona, preoccupati dai continui guaiti provenienti ogni notte da quello scantinato. Gli animali erano stipati come merce nella cantina, privi di cure e circondati dai loro escrementi, ormai incapaci di distinguere il giorno dalla notte giacché erano tenuti prigionieri da circa 3 mesi. Al tempo, i gatti furono affidati in custodia alla Lac Piemonte (Lega Abolizione Caccia), e i 28 cani(19 adulti e 9 cuccioli) al Canile di Caluso della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. E’ il caso di far notare che queste organizzazioni, dopo essersi prese la responsabilità degli animali, non hanno ricevuto alcun rimborso spese dalle autorità.

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Per aggiungere poi il danno alla beffa, o forse la beffa al danno, l’uomo ha continuato imperterrito a detenere animali, tanto che le Guardie Zoofile qualche mese prima della sentenza, il 7 marzo 2015, hanno portato in salvo diversi cani adulti e cuccioli, due gatte incinte in grave stato di setticemia e due galline. 7 di questi cani sono in custodia giudiziaria presso il Canile di Caluso della Lega Nazionale per la Difesa del Cane.

E ora che la sentenza è stata emessa, M.G.L. potrà ancora maltrattare animali? Il timore c’è, considerando sia la natura ridicola della pena sia l’assenza di controlli presso la sua abitazione nel periodo intercorso tra il ritrovamento dei primi animali e l’emissione della sentenza. Inoltre, non risulta che neanche quel mese di carcere sia stato effettivamente portato a termine. Di certo, di fronte a una gestione simile di un caso di maltrattamento animale non si fatica a chiedersi perché una buona parte degli animalisti sia riluttante a sporgere denuncia, convinta com’è che serva a poco; e anche individui abbietti come M.G.L. finiscono per sentirsi quasi guardati con un occhio di favore, se non addirittura protetti, dalla legge.