Quando gli operatori del MADACC hanno trovato quel piccolo corpo ricoperto da una sostanza oleosa, non sapevano cosa aspettarsi. Il gattino, di circa sei mesi, pesava poco più di un chilo — quanto un cucciolo di appena due mesi — ed era spaventosamente immobile. Il pelo era opaco, lucido solo per il grasso che lo impregnava; gli occhi sfuggivano il contatto umano. Non c’erano ferite evidenti, ma qualcosa, nel suo aspetto e nella sua passività, faceva pensare a una storia di trascuratezza grave, forse abbandono.
A dargli un nome — Stuart Little (chiamato poi amorevolmente Stoot) come il minuscolo eroe del romanzo per ragazzi — è stata Emilie Rackovan, fondatrice di Thrifted Kittens Animal Rescue, che lo ha accolto dopo un breve passaggio in una famiglia in quarantena. Non sapeva quanto tempo avesse, né che diagnosi aspettarsi. Ma sapeva che meritava di provarci.
Poche speranze e un quadro clinico complesso
Nei primi giorni Stuart non si lasciava toccare e non accettava il cibo. Ogni gesto umano lo irrigidiva. Aveva imparato a proteggersi anche da chi voleva salvarlo. Ma la pazienza di Emilie, e la discreta presenza della sua gatta Blue Moon, hanno fatto da ponte. Non attraverso parole, ma attraverso presenze costanti e non invadenti, Stuart ha iniziato a fidarsi.
Il suo processo di guarigione è stato lento e non lineare. Il bagno per rimuovere l’olio è durato settimane. Il pelo ha cominciato a cambiare solo dopo che l’organismo ha risposto alle cure, ai cibi nutrienti, alla sicurezza ritrovata.
Le prime valutazioni veterinarie non hanno rassicurato: Stuart presentava una probabile cardiopatia congenita. Le sue dimensioni ridotte e l’andatura poco coordinata suggerivano anche la presenza di uno squilibrio ormonale. Tra le ipotesi principali, un’alterazione tiroidea: ancora oggi i test sono in corso, ma tutte le ipotesi puntano su una condizione cronica che spiega la crescita rallentata e l’aspetto fragile.
Ma ciò che colpiva era un altro dettaglio, visibilissimo e insolito: nonostante i lavaggi continui, Stuart continuava a sembrare unto. Il suo pelo tratteneva qualcosa di chimico, una sostanza che pareva avergli saturato la pelle. Solo con il tempo e la rigenerazione del mantello il suo aspetto ha cominciato a mutare.
L’inizio di una bellissima trasformazione
Nel giro di poche settimane, Stuart è cambiato. Il pelo ha iniziato a diventare più soffice, meno unto. Ha cominciato a prendere peso, a rispondere agli stimoli, a lasciarsi andare alle carezze. Accanto a lui c’era Blue Moon, la gatta residente con cui ha sviluppato un legame forte, quasi simbiotico. Per la prima volta, Stuart si muoveva per la casa con un senso di sicurezza, accoccolandosi senza tremare, mangiando senza guardarsi attorno con diffidenza.
Il video della sua trasformazione, pubblicato su TikTok da Emilie, ha raggiunto in breve oltre 11 milioni di visualizzazioni. Ma ciò che commuoveva non era l’aspetto virale del contenuto: era la metamorfosi emotiva di un gatto che, giorno dopo giorno, imparava a fidarsi di nuovo.
@emiliexfosters stoot is home 🥹 what an honor it has been to foster this perfect little man 🩷 #fyp #foryoupage #foryou #rescue #catsoftiktok #foster #rescuecat #fostercat #adopt ♬ Landslide (Instrumental Guitar) – Go Fret
Dopo sei settimane di cure, Stuart è stato adottato. La sua nuova famiglia lo ha accolto con piena consapevolezza del quadro clinico: non è un gatto “normale”, ma è un gatto vivo, presente, affettuoso. La sua condizione cardiaca richiede ancora attenzione e monitoraggio costante, e l’ipotesi tiroidea rimane in osservazione. Ma oggi, Stuart gioca, salta, mangia con entusiasmo, riceve carezze ed è un gatto amatissimo.