Un autista Atac ha salvato e adottato un gattino, battezzato come Albertino

Come abbiamo già raccontato in un precedente articolo, non è insolito che un gatto randagio si infili nel motore di un auto: inverno vi trova calore, e in generale, similarmente alle amate scatole, è un luogo che garantisce intimità e protezione da altri animali, come i cani randagi. Purtroppo, quando un mezzo riparte con gatto a bordo è più che probabile che il micio venga schiacciato dalla cinghia messa in movimento o muoia per l’eccessivo calore che la partenza innesca. A Roma, un cucciolino è stato molto, molto fortunato: un autista Atac ha salvato e adottato un gattino, poi battezzato come Albertino.

Foto di Atac

Era il 10 maggio quando il bus della linea 075 su cui era in servizio l’uomo, Francesco, si trovava all’incrocio tra via primo Mazzolari e via Albert Luthuli, quando il micetto si è infilato sotto il mezzo… senza riemergere. Così, con il sostegno di passanti e passeggeri, Francesco ha deciso di fermarsi e mettere in salvo il piccolo. Che, però, sembrava scomparso nel nulla.

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“Ero fermo all’incrocio quando ho visto questo gattino infilarsi sotto la vettura, ho visto anche che alcuni passanti avevano cominciato a farmi dei gesti per farmi notare quanto stesse accadendo.

Il gatto si sentiva ma non si vedeva. Udivo il miagolare ma non si riusciva a capire dove fosse”.

Francesco sapeva che rimettendo in moto l’autobus avrebbe rischiato di uccidere il micetto. Così, ha avvisato il quartier generale Atac e ha interrotto la marcia. Con l’aiuto dei presenti ha fatto del suo meglio per far uscire il gattino, senza risultato. Si è quindi reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno finalmente compreso il problema: l’animale era bloccato e non poteva muoversi.

“Alla fine ho dovuto tentare una manovra in retromarcia mentre un vigile del fuoco lo afferrava”, ha raccontato Francesco. E grazie a questa mossa, il micetto è stato estratto sano e salvo dal motore. Una dipendente Ama, l’organo di Roma preposto alla raccolta dei rifiuti, ha fornito un trasportino e l’ha preso in custodia.

A Francesco, però, quello scricciolo era entrato nel cuore. Così, appena uscito da lavoro, ha contattato quella stessa dipendente Ama. “Volevo adottare quel gatto perché credo che sia stato veramente un segno del destino questo nostro incontro. L’ho chiamato Albertino, perché è piccolo e perché l’ho trovato su via Alberto Luthuli”.

Per un caso fortuito, un autista Atac ha salvato e adottato un gattino. Forse davvero i due erano destinati a incontrarsi!