Un gatto abbandonato non sopravvive facilmente: ecco perché
Su più piani, e di frequente, viene rimarcato il lato ferino insito nel gatto e la sua similarità ai suoi parenti selvatici, in particolare il leone e la tigre. Forse è anche questo a spingere alcuni a pensare che un gatto lasciato a se stesso, anche dopo anni come animale amato tra le mura di casa, possa sopravvivere da solo. Non è così, un gatto abbandonato non sopravvive facilmente, e le ragioni sono molteplici. Le ha trattate la psicoetologa felina Ewa Princi, e noi le abbiamo esaminate per voi lettori.
Il primo punto focale del discorso che si sta affrontando è che è il gatto è un animale abitudinario. Ama vedere il suo cuscino sempre al suo posto e mangiare nello stesso punto della casa; è opportuno allora chiedersi cosa possa provocare alla sua mente e al suo corpo la scomparsa improvvisa di tutti i punti di riferimento su cui ha imparato a contare durante tutti gli anni di vita domestica.
C’è chi potrebbe obiettare che l’istinto alla caccia fa parte del DNA del gatto. Questo è essenzialmente vero, eppure c’è differenza tra cacciare il topino giocattolo lanciato da noi e dover mettere le zampe su una preda dalla cui cattura dipende la sopravvivenza.
Anche quando un gatto randagio incappa in una colonia felina regolarmente seguita, e quindi almeno non deve preoccuparsi del cibo, resta il problema dell’interazione con i suoi simili. Chi ha provato a integrare in casa un secondo gatto, o un terzo, sa che non è sempre facile per i felini inserire un nuovo membro nella gerarchia sociale. E in un contesto in cui non ci siamo noi a mediare, può essere ancora più complesso per un nuovo arrivato che magari non è mai entrato in contatto con altri gatti trovare il proprio posto.
Tutto questo, poi, non tiene conto dei possibili predatori naturali che potrebbero aggirarsi per la zona.
Non solo un gatto abbandonato non sopravvive facilmente. È probabilmente traumatizzato per la vita. Se e quando tornasse in adozione, presso un rifugio o un gattile, rischierebbe di non trovare una famiglia in grado di accettarlo. Ferito come è da quel gesto crudele, incapace di fidarsi nuovamente, è più che possibile che sia schivo e restio, fino a diventare aggressivo se gli viene imposto il contatto fisico.
Purtroppo, non sono tante le persone in grado di regalare la pazienza necessaria a gatti difficili. Più spesso, li riportano indietro o li abbandonano. Nuovamente. Un gatto abbandonato non sopravvive facilmente e potrebbe non ritrovare mai più la serenità.
A chiusura di questo articolo, citiamo proprio le parole di Ewa Princi, in quanto danno forma esattamente al nostro pensiero.
“L’abbandono è una grande umiliazione, una mancanza di rispetto, una pugnalata alla schiena, uno schiaffo con la mano aperta, un grande atto di vigliaccheria, irresponsabilità, un atto crudele e molto vile. Dietro l’abbandono si nascondono persone mediocri, codardi, senza cuore o valori, autentici perdenti”