Accumulo di animali o Sindrome dell’arca di Noè: cos’è, da cosa è causato, come gestirlo
Più di una volta GcomeGatto ha riportato notizie riguardanti l’accumulo di animali (animal hoarding) detta anche “sindrome dell’arca di Noè”, e trattato casi di persone, come Glynne Sutcliffe o Teresa e Joanna Steadman, che hanno accolto nelle loro case tanti, troppi animali senza avere i mezzi di sostentarli adeguatamente. Il fenomeno noto come hoarding è però più complesso di quanto sembri: tanti sono i segnali utili a individuarlo e tante le cause che portano un individuo ad accumulare animali.
Tendenzialmente, si parla di animal hoarding o accumulo di animali quando un individuo ospita in casa più del numero medio di animali domestici e talvolta non è nemmeno al corrente del numero esatto, non è in grado di fornire loro le necessarie cure veterinarie ed il cibo per mantenerli in salute e nega di essere in difficoltà con la gestione degli animali, affermando invece di starsi prendendo cura di loro adeguatamente. Coloro che praticano questa condotta vengono chiamati hoarders o accumulatori di animali.
La coesistenza di questi tre fattori è la base da cui partire per riconoscere un caso di hoarding, in quanto la sola presenza di un buon numero di animali in sé è condizione necessaria ma non sufficiente; del resto, in questo modo tutte le associazioni animaliste sarebbero automaticamente da condannare.
Quello che è importante evidenziare da subito è che l’accumulo di animali è un reato che rientra nel maltrattamento animale, per quanto possa talvolta essere commesso con le più buone intenzioni.
Ci sono, poi, ulteriori segnali rivelatori di un caso di hoarding.
- La struttura in cui sono tenuti gli animali è danneggiata e presenta ad esempio finestre rotte o infissi malfunzionanti.
- Il sospetto accumulatore di animali si tiene ai margini della sua comunità, o persino ne è isolato. Inoltre si presenta come una persona trascurata, che non si prende cura di sé e pertanto è sporca, mal vestita o costantemente ammalata.
Questo è, infine, ciò che chiunque potrebbe notare all’interno della casa di un hoarder.
- Un significante odore di ammoniaca.
- La presenza sul pavimento di feci secche, urina e vomito.
- Animali emaciati e smagriti, in condizioni povere di salute, che si dimostrano letargici, a disagio e poco abituati alla socializzazione.
Ciò significa che gli animali in mano a un accumulatore di animali soffrono fame e sete, vengono attaccati da parassiti, che come è noto proliferano nello sporco, contraggono malattie e spesso condividono uno spazio troppo ridotto. Sono, in una parola, oggetto di maltrattamento.
In alcuni casi, anche alcune associazioni altro non sono che gruppi di accumulatori di animali riunitisi. Occorre prestare particolare cautela se l’associazione che abbiamo contattato si rifiuta di condurci alla struttura in cui gli animali sono detenuti, e l’incontro con il cane o gatto prescelto avviene invece in aree “solitarie” come parcheggi o angoli di strada poco frequentate. Un altro segno a cui fare attenzione è la svogliatezza nel portare a termine le adozioni, oltre ad una tendenza a essere evasivi in merito al numero di animali alloggiati e altri dettagli riguardanti l’associazione.
Come in tutti i fenomeni similari, anche nell’hoarding ci sono delle cause. Cosa spinge, quindi, all’accumulo di animali? Le motivazioni possono essere molteplici.
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